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mercoledì 29 Ottobre 2025

25 Ottobre 2011: Ricordo, Lutto e Impegno per il Futuro

Il quattordicesimo anniversario del 25 ottobre 2011 si erge come una pietra miliare nel tessuto della memoria collettiva della Liguria orientale, un giorno che incise profondamente nel paesaggio fisico e morale della Val di Vara, della Lunigiana e delle Cinque Terre.
L’evento catastrofico, alimentato da piogge torrenziali inaudite, scatenò un’esondazione improvvisa e violenta dei corsi d’acqua, trasformando in fiumi in piena torrenti e rivi, e lasciando dietro di sé un’eredità di dolore e distruzione.
Tredici vite spezzate, strappate alle loro famiglie e comunità, rappresentano una ferita aperta che non può essere dimenticata.
Il pensiero commosso e rispettoso del Presidente della Provincia e Sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, si rivolge a loro e ai loro cari, portatori di un lutto inespugnabile.
Ma il ricordo di quel giorno non si limita al lutto.

Esso si intreccia con l’emergere di un’incredibile manifestazione di resilienza e solidarietà umana.
In un momento di disperazione, cittadini comuni, volontari, associazioni, enti pubblici e privati si unirono in uno sforzo corale per fornire soccorso, confortare i feriti e iniziare la difficile opera di ricostruzione.
Quel gesto di altruismo, di disponibilità e di aiuto reciproco, ha rivelato la forza intrinseca della comunità ligure, capace di superare le avversità e di ritrovare la speranza nel sostegno reciproco.

L’alluvione del 2011, tuttavia, ha consegnato alla comunità una lezione amara: la straordinaria bellezza del territorio ligure è indissolubilmente legata alla sua intrinseca fragilità.

La conformazione geologica, caratterizzata da versanti ripidi, scarsa permeabilità del suolo e un’elevata incidenza di fenomeni di dissesto idrogeologico, rende la regione particolarmente vulnerabile agli eventi meteorologici estremi.

Il cambiamento climatico, con l’intensificarsi delle precipitazioni intense e la maggiore frequenza di eventi alluvionali, amplifica ulteriormente questa vulnerabilità.
La prevenzione del dissesto idrogeologico non può essere relegata a una mera questione tecnica o amministrativa; essa rappresenta un imperativo etico, un dovere nei confronti delle generazioni presenti e future.
Richiede un approccio integrato che combini interventi strutturali, come la realizzazione di opere di regimazione dei corsi d’acqua e la stabilizzazione dei versanti, con azioni di pianificazione territoriale che limitino l’urbanizzazione in aree a rischio, promuovano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e favoriscano la sensibilizzazione della popolazione.

È necessario investire in sistemi di monitoraggio e allerta precoce, migliorare la gestione del territorio e rafforzare la capacità di risposta alle emergenze.
La memoria del 25 ottobre 2011 deve quindi tradursi in un impegno concreto e duraturo per rendere il nostro territorio più sicuro, più resiliente e più capace di affrontare le sfide del futuro.

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