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giovedì 23 Ottobre 2025

Aggressione al carcere di La Spezia: detenuto ferito, sistema penitenziario a rischio

Un episodio di estrema gravità ha scosso il carcere di La Spezia, mettendo a nudo le fragilità di un sistema penitenziario sotto pressione e sollevando urgenti interrogativi sulla sicurezza degli operatori e dei detenuti stessi.
Un recluso, già noto per precedenti comportamenti aggressivi e trasferito dal carcere di Genova Marassi, ha tentato di infliggere una ferita mortale a un altro detenuto incaricato della distribuzione dei pasti.

L’aggressione, perpetrata con un frammento di neon, ha mirato alla gola della vittima, la cui sopravvivenza è stata attribuita solo all’intervento tempestivo della polizia penitenziaria.

I medici del pronto soccorso hanno accertato che la carotide è stata sfiorata, evidenziando la potenziale letalità dell’attacco.
L’evento, denunciato con veemenza dal segretario regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Fabio Fabani, non è un fatto isolato, ma si inserisce in un contesto di crescente tensione all’interno dell’istituto.

La struttura, già gravata dalla gestione di una popolazione detenuta in aumento, a seguito della riapertura di reparti ristrutturati, si trova ora a fronteggiare la presenza di 190 detenuti, un numero che amplifica le difficoltà operative e mette a rischio l’equilibrio interno.
L’episodio mette in luce una serie di criticità sistematiche che richiedono un’analisi approfondita e interventi mirati.
L’afflusso di detenuti considerati pericolosi, spesso trasferiti da altre strutture, impone una valutazione preventiva accurata e una conseguente pianificazione delle misure di sicurezza.
La gestione della popolazione detenuta, in un contesto di sovraffollamento e di risorse limitate, si rivela particolarmente complessa, con il rischio di esacerbare tensioni latenti e favorire comportamenti violenti.
Le parole del rappresentante sindacale, Pagani, esprimono l’urgenza di un cambiamento radicale nell’approccio alla gestione penitenziaria.
La “gestione approssimativa” attuale non può essere tollerata, poiché mette a repentaglio la sicurezza di tutti.

L’affidarsi a scuse e ad alibi, come l’aumento della popolazione detenuta o le difficoltà logistiche, è inaccettabile.
È necessario un intervento immediato, caratterizzato da maggiore rigore e sanzioni esemplari per i detenuti che manifestano comportamenti violenti.

L’episodio della Spezia deve rappresentare un campanello d’allarme per le istituzioni e le autorità competenti.

Si rende imprescindibile una revisione completa delle procedure di sicurezza, un potenziamento del personale di polizia penitenziaria e un miglioramento delle condizioni di vita all’interno del carcere.

L’obiettivo non è semplicemente quello di reprimere la violenza, ma di promuovere un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale dei detenuti, offrendo loro opportunità concrete di cambiamento e di riscatto.
La sicurezza del carcere è un imperativo etico e un fondamento della legalità, e la sua tutela richiede un impegno costante e condiviso da parte di tutti gli attori coinvolti.

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