L’artigianato ligure: un mosaico di resilienza e prospettive nel terzo trimestre 2025Il panorama artigianale ligure, pilastro dell’economia regionale, continua a manifestare una notevole capacità di adattamento e crescita, come attestano i dati Infocamere-Movimprese elaborati dal centro studi di Confartigianato Liguria.
Al terzo trimestre del 2025 si contano 42.904 imprese attive, un dato positivo che si traduce in un aumento di 51 unità rispetto al trimestre precedente, con una variazione percentuale dello 0,12%.
Questo andamento, seppur modesto, rappresenta un segnale di continuità in un contesto economico globale complesso, e si inserisce in un trend nazionale che vede un incremento più ampio, con 1.888 nuove imprese e un totale di 1.237.696 artigie su tutto il territorio italiano.
La Liguria, in questo scenario, si distingue come una delle regioni del Nord-Ovest ad aver registrato la crescita più vigorosa, accomunata in questa performance positiva dalla Lombardia.
Tuttavia, l’analisi dei dati provinciali rivela una realtà articolata, un mosaico di luci e ombre che riflette le diverse dinamiche socio-economiche che caratterizzano i territori liguri.
Mentre Genova e Imperia trainano la crescita, La Spezia e Savona registrano un lieve arretramento, evidenziando la necessità di interventi mirati a supportare le aree più vulnerabili.
Il presidente di Confartigianato Liguria, Giancarlo Grasso, sottolinea come questi numeri, pur incoraggianti, non possano nascondere le sfide strutturali che il settore artigianale si trova ad affrontare, tra cui la competizione globale, l’aumento dei costi energetici e la difficoltà di accesso al credito.
La ripresa della cassa artigiana, prevista a breve, rappresenta un’opportunità cruciale per innescare un ulteriore slancio propulsivo, favorendo l’innovazione, la formazione e l’internazionalizzazione delle imprese.
Imperia si conferma una locomotiva per l’artigianato ligure, con un incremento del 0,51% e 37 nuove imprese attive su un totale di 7.265.
Questo risultato, frutto di un vivace tessuto imprenditoriale e di un’attenta politica di sviluppo locale, è supportato da un buon ritmo di nuove aperture (134) che compensa parzialmente le 97 cessazioni.
A Genova, con il numero più elevato di imprese artigiane (22.244), si registra una crescita più contenuta (0,16%), ma comunque significativa in termini assoluti, con 266 nuove iscrizioni e 231 cessazioni che si bilanciano in un saldo positivo di 35 unità.
Al contrario, La Spezia evidenzia un saldo negativo di 6 imprese, pur mantenendo un numero di attività pari a 5.087, mentre Savona registra un calo più marcato, con un decremento di 15 imprese su 8.308 attive.
L’analisi delle dinamiche di apertura e chiusura delle imprese, così come la disamina delle specifiche criticità che affliggono ciascuna provincia, sono elementi imprescindibili per delineare una strategia di sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di valorizzare il patrimonio artigianale ligure e di garantirne la competitività nel lungo termine.
La sfida, ora, è trasformare questi segnali positivi in un percorso di crescita stabile e duraturo, supportato da politiche pubbliche mirate e da un forte impegno da parte di tutti gli attori del territorio.







