venerdì 28 Novembre 2025

Genova sottocosto: la TARI pesa, divario territoriale all’erta.

Il costo della gestione dei rifiuti urbani, misurato attraverso la TARI (Tassa sui Rifiuti), continua a rappresentare un onere significativo per le famiglie italiane, con una marcata disparità territoriale che si acuisce nel 2025.
Un’analisi dettagliata dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva svela come Genova si posizioni al terzo posto nella graduatoria delle città capoluogo con la TARI più gravosa, con una spesa media di 509 euro a famiglia – un incremento dell’1,5% rispetto all’anno precedente.
Superata solo da Catania (602 euro) e Pisa (557 euro), Genova rispecchia un quadro nazionale in cui i costi per lo smaltimento dei rifiuti si fanno sentire particolarmente in alcune aree del Paese.

L’indagine, condotta su tutti i capoluoghi di provincia, considera una famiglia tipo composta da tre persone residente in un’abitazione di 100 metri quadrati, includendo nell’analisi l’IVA e le eventuali addizionali provinciali.

In contrasto con Genova, città come Cremona (196 euro), Udine (199 euro) e Trento (199 euro) offrono tariffe sensibilmente più contenute, mentre altre realtà del Sud, come Napoli (496 euro) e Reggio Calabria (484 euro), si attestano su livelli analoghi.

Anche Roma (396 euro), Venezia (388 euro), Torino (377 euro), Palermo (361 euro), Firenze (312 euro), Bologna (294 euro) e Milano (291 euro) registrano costi superiori alla media nazionale.
La fotografia rivela un profondo divario territoriale: ben sette dei dieci capoluoghi con le TARI più elevate appartengono a regioni del Sud, evidenziando persistenti disuguaglianze socio-economiche e differenze nella gestione dei servizi pubblici.

Questa concentrazione geografica dei costi più elevati solleva interrogativi sulle politiche di gestione dei rifiuti e sulla loro efficacia nel garantire un servizio equo e sostenibile per tutti i cittadini.

A livello regionale, la Liguria si attesta con una spesa media di 370 euro a famiglia nel 2025, con un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente.

Sebbene questo dato sia inferiore alla spesa media nazionale, la disomogeneità all’interno della regione è evidente: La Spezia (242 euro) si distingue come il capoluogo meno oneroso, seguito da Imperia (319 euro) e Savona (409 euro).
Questa variabilità riflette probabilmente differenze nelle strategie di gestione dei rifiuti, nei modelli di raccolta e nei livelli di efficienza operativa.

Un elemento cruciale che incide sui costi della TARI è il tasso di raccolta differenziata.
Nel 2023, la Liguria ha registrato un dato del 58,3%, inferiore alla media nazionale del 66,6%.
Questo dato suggerisce che un miglioramento della raccolta differenziata potrebbe non solo ridurre l’impatto ambientale, ma anche contribuire a contenere i costi della gestione dei rifiuti, beneficiando direttamente le famiglie liguri.
L’associazione Cittadinanzattiva sottolinea che una maggiore consapevolezza e un impegno più attivo da parte dei cittadini, supportati da politiche di sensibilizzazione e infrastrutture adeguate, sono fondamentali per invertire questa tendenza e rendere la gestione dei rifiuti più efficiente e sostenibile.
La sfida, quindi, non è solo economica, ma anche culturale e sociale.

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