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Liguria

La Spezia: Marcia per la Pace a Scuola, Scontro Politico

La comunità scolastica della Spezia si trova al centro di un acceso dibattito, innescato dall’iniziativa della preside Sandra Fabiani, dirigente dell’Istituto Isa 2 Rita Levi-Montalcini, un complesso educativo che abbraccia scuole della città e di Porto Venere.
La preside ha indirizzato una comunicazione ai dirigenti scolastici provinciali, invitandoli e i propri studenti a partecipare a una Marcia per la Pace, un gesto motivato dalla grave situazione geopolitica globale, caratterizzata da un proliferare di conflitti armati – oltre sessanta in corso – e dalla devastante crisi umanitaria che affligge la Palestina.

La missiva della preside Fabiani, profondamente radicata in un approccio pedagogico orientato alla giustizia sociale e alla promozione dei diritti umani, non si limita a esprimere condanna per le sofferenze patite dal popolo palestinese.

Essa si configura come un appello all’azione, un invito a coltivare negli studenti una coscienza critica, una sensibilità solidale e un impegno attivo nella difesa dei valori fondamentali dell’umanità.
Questa posizione, supportata da un precedente documento del collegio docenti dell’istituto, si inserisce in un piano di offerta formativa ricco di iniziative come la Giornata internazionale della Pace, la Giornata della Memoria, la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e la Settimana della lettura, tutti momenti pensati per stimolare la riflessione e la partecipazione attiva degli studenti.

La decisione della preside ha tuttavia suscitato una reazione contrastante da parte dell’assessore alla scuola, Lorenzo Brogi, esponente della Lega.

Brogi ha espresso forti critiche, definendo la comunicazione della preside come eccessivamente politicizzata e unilaterale, sostenendo che l’utilizzo di un linguaggio di condanna potrebbe involontariamente alimentare divisioni e sentimenti xenofobi.

L’assessore ha sottolineato come un dirigente scolastico non debba utilizzare il proprio ruolo per sostenere manifestazioni dal chiaro orientamento politico, una pratica che, a suo avviso, compromette l’imparzialità e il ruolo educativo della scuola.

Brogi ha aggiunto un commento personale, sottolineando la sua posizione come padre e come cittadino, affermando come inaccettabile l’utilizzo dell’incarico dirigenziale per coinvolgere studenti e famiglie in manifestazioni di natura ideologica.
Il confronto tra le due posizioni solleva interrogativi complessi sul ruolo dell’educazione, sui confini tra impegno civico e neutralità istituzionale, e sulla delicata responsabilità dei dirigenti scolastici nel formare cittadini consapevoli e responsabili in un mondo segnato da conflitti e ingiustizie.

Il dibattito, lungi dall’essere una mera polemica politica, apre una riflessione più ampia sul ruolo della scuola come luogo di crescita, di dialogo e di formazione della coscienza critica, in un contesto storico sempre più complesso e polarizzato.

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