La Spezia, custode di un’eredità tecnologica che ha rivoluzionato il mondo, riapre al pubblico la Sala Marconi, un ambiente museale rinnovato per celebrare un momento cruciale nella storia delle comunicazioni: la prima trasmissione radio via radio tra una nave e la terraferma, realizzata 128 anni fa.
Il Museo Tecnico Navale, testimone privilegiato di questo traguardo, conserva gelosamente gli apparati originali ideati da Guglielmo Marconi e i suoi collaboratori, strumenti che raccontano un’epoca di fervore scientifico e innovazione.
Nel luglio del 1897, la corazzata San Martino, avanza lungo la costa spezzina, portando a bordo una macchina trasmittente all’avanguardia.
A quindici soli giorni dal deposito del brevetto, un segnale in codice Morse viene proiettato attraverso l’etere, raggiungendo una postazione ricevente sulla terraferma.
Un evento apparentemente semplice, ma che segnò la nascita di una nuova era, inaugurando un paradigma inedito nella trasmissione di informazioni a distanza.
La Regia Marina, lungimirante sostenitrice dell’opera di Marconi, fornì l’ambiente e le risorse necessarie per lo sviluppo di questa tecnologia pionieristica.
Gli apparati esposti, frutto di un’ingegneria artigianale di altissima qualità realizzata all’interno dell’Arsenale Militare di La Spezia, riflettono l’ingegno e la maestria degli artigiani dell’epoca, impegnati nella costruzione di macchine complesse con risorse limitate.
Questi strumenti non sono solo testimonianze materiali di un’invenzione, ma simboli di un approccio pragmatico alla scienza, un connubio tra teoria e applicazione pratica.
La rinnovata Sala Marconi non si limita a una mera esposizione di oggetti storici.
Attraverso una sezione multimediale integrativa, il museo intende rendere accessibile al pubblico la complessità e il significato di questa rivoluzione tecnologica.
L’esperienza museale è arricchita da ricostruzioni, animazioni e documenti d’epoca che illustrano le sfide tecniche affrontate da Marconi e il suo team, e le implicazioni di questa invenzione per il futuro della navigazione, delle comunicazioni e, più in generale, per l’evoluzione della società.
L’ammiraglio Leonardo Merlini, direttore del museo, sottolinea l’importanza di preservare la memoria di questi eventi epocali, riconoscendo in Marconi un pioniere della scienza italiana e un esempio di come la ricerca e l’innovazione possano portare a scoperte che cambiano il mondo.
La Sala Marconi si configura dunque come un luogo di riflessione, un punto di incontro tra passato e futuro, dove la storia delle comunicazioni incontra le sfide del progresso tecnologico.







