venerdì 5 Dicembre 2025

Ligure Orientale: il mare cambia, allarme riscaldamento.

Il Mar Ligure Orientale, specchio di un Mediterraneo in trasformazione, sta manifestando segnali inequivocabili di alterazione climatica.
Tra il 2021 e il 2024, l’aumento della temperatura superficiale, seppur modesto (+0,045 °C all’anno), si accompagna a una progressiva intensificazione e frequenza delle ondate di calore, culminate in un biennio eccezionalmente caldo, il 2022-2023.
Questi dati, frutto di una ricerca pubblicata su *Journal of Marine Systems* e presentata nell’ambito del progetto Smart Bay Santa Teresa, dipingono un quadro complesso che richiede un’analisi approfondita e interventi mirati.

Il progetto Smart Bay Santa Teresa, un’iniziativa pionieristica per l’Italia, nasce nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) RAISE, e vede la collaborazione tra Enea, l’Università di Genova e l’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia (ISIG).

L’ossessivo monitoraggio dell’ecosistema marino, condotto attraverso una rete di sensori acustici sottomarini, sonde ad alta precisione e altre tecnologie avanzate, non si limita a registrare parametri come temperatura, concentrazione di CO₂, pH, ossigeno disciolto e clorofilla, ma mira a generare conoscenza per la gestione sostenibile del territorio.
La coautrice dello studio, Tiziana Ciuffardi, sottolinea come queste variazioni termiche rappresentino una seria minaccia alla biodiversità marina, alterando equilibri delicati e potenzialmente compromettendo la resilienza degli ecosistemi.

La regione ligure, nonostante le sfide poste dal riscaldamento globale, continua a svolgere un ruolo cruciale come “pozzo” naturale di carbonio, seppur con una capacità di assorbimento potenzialmente diminuita dalle mutate condizioni ambientali.

Questa funzione di sequestro del carbonio, sebbene importante, non deve essere considerata una panacea, ma un elemento da preservare e potenzialmente rafforzare attraverso strategie di gestione ecosistemica integrate.
Chiara Lombardi, anch’essa coautrice, evidenzia l’imperativo di espandere e potenziare la rete di monitoraggio esistente.
La raccolta sistematica di dati di alta qualità è il presupposto fondamentale per lo sviluppo di modelli previsionali sofisticati e sistemi di allerta precoce, in grado di anticipare e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.
Il progetto Smart Bay Santa Teresa si configura come un laboratorio a cielo aperto, un esempio concreto di sviluppo sostenibile replicabile in altre aree costiere.
Cristian Chiavetta, responsabile del Laboratorio Enea di strumenti per la sostenibilità, illustra come il sito stia sperimentando soluzioni innovative come reef artificiali realizzati con scarti di mitilicoltura, microgrid intelligenti e sistemi di economia circolare portuale, promuovendo un approccio integrato che coniuga tutela ambientale e progresso economico.
La collaborazione tra il Parco Naturale Regionale di Porto Venere, la Marina Militare e le istituzioni scientifiche coinvolte testimonia l’importanza di un approccio multidisciplinare e condiviso per affrontare le sfide ambientali.
Il direttore generale di Enea, Giorgio Graditi, sottolinea come i risultati presentati dimostrino l’importanza cruciale dei dati scientifici affidabili e continui per interpretare gli effetti del cambiamento climatico nel Mediterraneo, consentendo l’integrazione di informazioni geofisiche e ambientali a tutela della sicurezza e della resilienza del territorio.

L’obiettivo ultimo è quello di sviluppare un sistema di gestione adattativa, in grado di rispondere in modo efficace alle mutevoli condizioni ambientali e di garantire la protezione del Mar Ligure Orientale e delle comunità che ne dipendono.

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