sabato 6 Dicembre 2025

Liguria, 1702 donne in carico: l’emergenza violenza chiede aiuto

Il dato di 1.702 donne liguri attualmente in carico ai Centri Antiviolenza regionali, elaborato dalla Regione Liguria per il 2024, offre uno spaccato complesso e tutt’altro che consolatorio, in concomitanza con la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Piuttosto che una semplice cifra, questo numero rappresenta l’emergenza silenziata di un fenomeno che affligge la società ligure, ma anche un segnale di speranza, seppur fragile.

L’assessore regionale alle Pari Opportunità, Simona Ferro, giustamente sottolinea la dicotomia che si cela in questi dati: da un lato, l’incremento di circa 100 donne rispetto alla rilevazione precedente indica una maggiore propensione a chiedere aiuto, un atto di coraggio che dovrebbe essere incoraggiato e facilitato.
Questo aumento testimonia forse anche una maggiore consapevolezza e una progressiva riduzione dello stigma associato alla denuncia, elementi cruciali per spezzare il ciclo della violenza.
Dall’altro, la persistenza di un numero così elevato di donne in carico evidenzia la gravità e la pervasività del problema, ben lungi dall’essere marginale.

Non si tratta solo di un dato statistico, ma di vite spezzate, di sogni infranti, di potenzialità negate.

Il 2025 vedrà un investimento regionale di oltre 2 milioni di euro a sostegno dei Centri Antiviolenza (CAV) e dei Consultori Antiviolenza (CUAV), un segnale tangibile dell’impegno a fornire servizi concreti e politiche mirate.
Questo investimento non si limita all’erogazione di assistenza diretta, ma mira a creare un ecosistema di supporto che includa iniziative culturali e di sensibilizzazione, fondamentali per modificare la mentalità e prevenire future aggressioni.
L’attenzione è posta in particolare sulle nuove generazioni, considerate il fulcro per la costruzione di una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.

L’anno 2024 ha visto i CAV liguri ricevere 1.030 nuove richieste di aiuto, un dato che riflette non solo la persistenza del fenomeno, ma anche l’efficacia crescente dei centri nell’identificare situazioni di rischio e nell’offrire un percorso di protezione e autonomia.
A queste si aggiungono donne seguite da anni, testimonianza della complessità dei traumi e della necessità di un supporto continuativo.
La distribuzione geografica dei casi rivela come l’area metropolitana di Genova, con la sua maggiore densità abitativa e complessità sociale, concentri il maggior numero di richieste, seguita dalle province di La Spezia, Savona e Imperia, ognuna con le sue peculiarità e sfide specifiche.

Il 25 novembre, la Regione Liguria ha attivato un ricco calendario di eventi, che coinvolgono scuole e istituzioni artistiche, per sensibilizzare la comunità e promuovere la riflessione.

L’iniziativa “Pari Opportunità a Scuola” offre ai giovani l’opportunità di esprimere la propria creatività e di sviluppare una consapevolezza critica sui temi del rispetto e della non violenza.

L’installazione performativa “Siamo molte, siamo una”, che illuminerà Piazza De Ferrari, vuole essere un monito potente: la lotta contro la violenza di genere è una responsabilità collettiva che richiede l’impegno di tutti.
L’utilizzo del filo rosso, simbolo universale della lotta contro la violenza sulle donne, sottolinea l’interconnessione tra le storie individuali e la necessità di un approccio solidale e inclusivo.

La sfida è trasformare questi momenti di riflessione in azioni concrete, lavorando ogni giorno per costruire una Liguria e una società più giuste e sicure per tutte le donne.

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