Il mio cammino nel calcio, quello dell’allenatore, non ha mai subito l’ombra di una conclusione definitiva.
La consapevolezza di un punto di non ritorno, di una cesura irreparabile, non mi ha mai assalito, altrimenti avrei tracciato un sentiero differente, orientato a una liquidazione graduale.
La fede in una prosecuzione, in una possibilità di crescita continua, ha sempre alimentato la mia determinazione.
Guardare indietro, rivedere le scelte compiute, implica un giudizio, una valutazione che, in questo momento, ritengo superfluo.
Ogni tappa, ogni stagione, ogni sfida affrontata si è rivelata un tassello fondamentale in un mosaico complesso, un’occasione per apprendere, per evolvere, per affinare la mia visione del gioco e della leadership.
Le esperienze, in definitiva, non sono semplici momenti passati, ma veri e propri acceleratori di crescita, capaci di trasformare le difficoltà in opportunità, i fallimenti in lezioni preziose.
La mia recente accettazione della guida della Spezia segna quindi non un ritorno, ma una continuazione, un nuovo capitolo in una narrazione che non ha mai veramente preso una pausa.
Il periodo trascorso in Cina, lontano dalle dinamiche immediate del calcio italiano, mi ha offerto una prospettiva diversa, un’occasione per riflettere, per assimilare nuove influenze, per consolidare la mia filosofia di gioco.
Questa scelta non è dettata da nostalgia o rimpianto, bensì dalla convinzione che il calcio italiano, con le sue peculiarità, le sue sfide, e il suo potenziale, continui a rappresentare un terreno fertile per la crescita professionale e umana.
La Spezia, con la sua storia, la sua passione, e la sua ambizione, si presenta come una realtà stimolante, un ambiente in cui poter mettere a frutto la mia esperienza e la mia visione, contribuendo a costruire un futuro di successi.
La mia intenzione non è quella di riscrivere il passato, ma di costruire il futuro, di trasmettere ai giocatori la mia passione per il calcio, il mio rigore tattico, e la mia profonda convinzione nel valore del lavoro di squadra.
Il calcio, in fondo, è molto più di un semplice gioco: è un’arte, una scienza, una filosofia di vita.







