lunedì 22 Settembre 2025
17 C
Liguria

Scuola, marcia per la pace: scontro tra dirigente e assessore

In un contesto globale segnato da un’escalation di conflitti e da una crescente urgenza umanitaria, una controversia ha acceso i riflettori sulla delicatezza del rapporto tra istituzioni educative, impegno civile e responsabilità politica.
Sandra Fabiani, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Rita Levi-Montalcini, un complesso educativo che accorpa scuole della Spezia e di Porto Venere, ha sollecitato con una comunicazione formale la partecipazione di studenti e colleghi istituti a una marcia per la pace.
La sua presa di posizione, profondamente radicata in una visione pedagogica orientata alla formazione di cittadini consapevoli e responsabili, ha generato un acceso dibattito che trascende le mura scolastiche.
La missiva di Fabiani, che riprende un precedente documento del collegio docenti dell’istituto, sottolineava la gravità della situazione geopolitica mondiale, caratterizzata da un numero allarmante di conflitti armati e da crisi umanitarie devastanti, in particolare quella che affligge la popolazione palestinese.
La dirigente, con un linguaggio denso di significato, ha espresso una ferma condanna delle violenze e ha ribadito il ruolo imprescindibile dell’educazione nella difesa dei diritti umani, nella promozione della giustizia sociale e nello sviluppo di una coscienza critica e solidale negli studenti.

Tale approccio didattico, già integrato nel piano di offerta formativa dell’istituto, prevede, oltre alle tradizionali Giornate della Memoria e della Pace, anche la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e la Settimana della lettura, con l’obiettivo di sensibilizzare le giovani generazioni alle tematiche cruciali del nostro tempo.

L’iniziativa di Fabiani, tuttavia, ha suscitato una reazione vigorosa da parte di Lorenzo Brogi, assessore alla scuola della giunta Peracchini, esponente della Lega.
Brogi ha criticato aspramente la comunicazione della dirigente, definendola di natura politica e unilaterale, e ha messo in guardia dai rischi di alimentare divisioni e xenofobia attraverso un linguaggio percepito come fazioso.
L’assessore ha espresso una preoccupazione centrale: il potenziale abuso del ruolo di dirigente scolastico per conferire una patina istituzionale a manifestazioni dal chiaro intento politico, una pratica che, a suo avviso, tradisce la missione educativa della scuola.
Brogi, in una dichiarazione che ha assunto toni personali, ha affermato di ritenere inaccettabile il coinvolgimento di studenti e famiglie in iniziative ideologiche da parte di un dirigente scolastico, invocando un ritorno a una neutralità istituzionale che preservi l’imparzialità dell’educazione.
Il caso solleva interrogativi complessi sulla linea di demarcazione tra impegno civile, libertà di espressione e responsabilità istituzionale nel contesto scolastico.
Quali sono i limiti dell’azione del dirigente scolastico quando si tratta di affrontare tematiche delicate e controverse? Come conciliare l’esigenza di formare cittadini consapevoli con il dovere di garantire un ambiente educativo inclusivo e rispettoso di tutte le opinioni? Il dibattito in corso, lungi dall’essere una mera polemica locale, riflette una più ampia tensione tra l’aspirazione a una scuola impegnata socialmente e la necessità di preservarne l’autonomia e la neutralità politica.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -