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mercoledì 5 Novembre 2025

Tensione al carcere di La Spezia: scontro, droga e sovraffollamento

Un episodio di grave tensione ha scosso il carcere di La Spezia, con agenti della polizia penitenziaria coinvolti in una colluttazione che ha causato ferimenti, uno dei quali ha richiesto l’intervento del pronto soccorso ospedaliero.
L’incidente, come riportato dal segretario della Uilpa Penitenziaria, Fabio Pagani, è solo l’ultimo tassello di una situazione critica che affligge l’istituto, accentuando la necessità di un intervento urgente e strutturale.
Parallelamente all’evento violento, un detenuto rientrato da un permesso è stato sorpreso in possesso di sostanze stupefacenti.
Le successive procedure mediche, inclusi gli esami radiologici, hanno rivelato la presenza di ovuli contenenti droga occultati nell’intestino del detenuto, sottolineando la persistente capacità di introduzione di materiali illeciti all’interno del carcere.

La Spezia, come molte altre strutture penitenziarie italiane, sta affrontando una profonda crisi, aggravata da dinamiche complesse.

Nonostante i recenti interventi di ristrutturazione e ampliamento, che avrebbero dovuto migliorare le condizioni di vita e di sicurezza, il numero di detenuti è aumentato considerevolmente, superando la capienza massima di 151 unità e raggiungendo quota 190.

Questa sovraffollamento, unito alla carenza di personale – con soli 118 agenti operativi a fronte di un organico ideale di 140 – crea un ambiente esplosivo, dove la gestione quotidiana si rivela sempre più difficoltosa e pericolosa.

La situazione attuale mette in discussione non solo l’efficacia del sistema penitenziario, ma anche i suoi presupposti giuridici fondamentali.
I dati relativi a risse, violenze, aggressioni, traffici illeciti e suicidi – 60 detenuti e 3 agenti di polizia penitenziaria dal principio dell’anno – dipingono un quadro allarmante che riflette un profondo fallimento nel garantire sicurezza, riabilitazione e dignità all’interno delle strutture carcerarie.

È imperativo affrontare questa emergenza con misure immediate e risolutive.
Si rende urgente una drastica riduzione della popolazione detenuta, attraverso percorsi alternativi alla detenzione, misure di liberazione anticipata e un’efficace applicazione delle misure di mediazione penale.

Allo stesso tempo, è necessario un potenziamento massiccio del personale della polizia penitenziaria, con l’assunzione di nuovi agenti e l’implementazione di programmi di formazione specialistica.
La riorganizzazione fisica delle strutture, con interventi mirati a migliorare la sicurezza e le condizioni di vita, e l’adozione di tecnologie avanzate per la sorveglianza e la prevenzione dei comportamenti violenti, sono altrettanto cruciali.
Infine, è indispensabile garantire un’assistenza sanitaria e psichiatrica adeguata, che comprenda percorsi di supporto psicologico e programmi di trattamento per le dipendenze, riconoscendo che la salute mentale gioca un ruolo fondamentale nel processo di reinserimento sociale.

È necessaria una riforma organica del sistema penitenziario, che lo renda capace di rispondere alle reali esigenze di sicurezza e riabilitazione, in linea con i principi costituzionali e le convenzioni internazionali.

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