Viticoltura Marina: La Spezia sfida la tradizione con un esperimento innovativo

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L’innovativa sinergia tra agricoltura e acquacoltura sta per prendere forma alla Spezia, con un progetto sperimentale che ridefinisce i confini della viticoltura tradizionale.
I Mitilicoltori Associati, pionieri nell’integrazione di pratiche sostenibili, stanno per avviare un’audace iniziativa: la coltivazione di vite direttamente all’interno degli allevamenti di ostriche, in un ambiente marino unico.
L’esperimento, concepito per sondare le potenzialità di un approccio agro-acquatico inedito, si svilupperà su un pontile galleggiante di dimensioni contenute (10×5 metri), strategicamente posizionato nelle immediate vicinanze del varco di levante della diga foranea portuale.

Questo galleggiante, più che una semplice piattaforma, costituirà un laboratorio a cielo aperto, destinato a ospitare casse contenenti un substrato vegetale accuratamente selezionato per la crescita della vite.
L’obiettivo primario, in questa fase iniziale, non è la produzione di vino, bensì la raccolta di dati scientifici.
L’osservazione accurata dello sviluppo vegetativo della vite in questo contesto ambientale particolare permetterà di analizzare una serie di fattori chiave: la risposta fisiologica delle piante all’elevata salinità, l’effetto della brezza marina sulla fotosintesi, la mineralizzazione del suolo in ambiente marino e l’interazione tra le radici della vite e la microfauna bentonica.

La peculiarità di questa sperimentazione risiede nella ricerca di un microclima inequivocabilmente marino, a zero metri sul livello del mare.
Questa condizione insolita presenta sfide significative, ma offre anche la prospettiva di ottenere uve con caratteristiche organolettiche uniche, potenzialmente influenzate dalla prossimità all’acqua e dalla ricchezza di minerali disciolti.
Al termine di un anno di monitoraggio costante, i risultati saranno attentamente valutati in termini di sopravvivenza delle piante, resa in termini di grappoli e qualità potenziale dell’uva.
Se l’esito dovesse rivelarsi positivo, il progetto potrebbe evolvere in un modello di produzione integrata, in cui la viticoltura in superficie convive armoniosamente con l’allevamento di ostriche nelle profondità marine, sfruttando le stesse infrastrutture galleggianti.
Questa iniziativa ambiziosa non solo apre nuove frontiere nella viticoltura, ma rappresenta anche un esempio concreto di come l’innovazione e la sostenibilità possano convergere per creare soluzioni all’avanguardia, in sintonia con l’ambiente e le risorse disponibili.
Si tratta di un esperimento che potrebbe ridefinire il concetto di terroir, introducendo un elemento marino e inaspettato nel panorama vitivinicolo italiano.

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