L’aula di giustizia di Cagliari si prepara ad accogliere un’udienza cruciale, il cui esito, sebbene non immediatamente risolutivo, promette di gettare luce sulle complesse implicazioni legali e politiche che avvolgono la vicenda della presidenza regionale della Sardegna.
Alessandra Todde, governatrice contestata, si appella alla Corte d’appello, nella speranza di ribaltare la decisione del collegio di prima istanza, che aveva confermato la sua decadenza.
L’appuntamento, fissato per domani alle 10:30, si svolge sotto la presidenza della giudice Maria Antonella Sechi, e si inserisce in un quadro giuridico di notevole complessità, segnato dalla recente pronuncia della Corte Costituzionale.
Quest’ultima sentenza, relativa al conflitto di attribuzioni tra Stato e Regione inerente la normativa elettorale, costituisce il fulcro attorno al quale i legali di Todde costruiranno la loro argomentazione.
Sottolineeranno, con forza, la “cessazione della materia del contendere”, un principio giuridico che sancisce la perdita di rilevanza di una controversia a seguito di eventi sopravvenuti che ne hanno mutato la sua stessa essenza.
In altre parole, l’evoluzione del quadro normativo impressa dalla Corte Costituzionale renderebbe la precedente decisione di decadenza priva di fondamento.
Parallelamente, l’attenzione si concentrerà sulla contestazione sollevata dalla difesa di Todde nei confronti della memoria difensiva presentata dall’avvocato Riccardo Fercia, precedentemente legale del Collegio di Garanzia, ora revocato.
Si chiede formalmente la sua estromissione dal procedimento, ritenendo che la sua presenza possa compromettere l’equità del giudizio.
Nonostante l’importanza dell’udienza, è ampiamente prevedibile che la decisione di merito venga rinviata.
La data più probabile per la discussione vera e propria è il 27 novembre, data in cui la Corte d’appello dovrà affrontare anche i ricorsi presentati da altri consiglieri regionali coinvolti nella vicenda, ampliando ulteriormente lo spettro della discussione.
Il clima politico che circonda la questione rimane teso.
Il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, ha sostanzialmente chiuso la partita dal punto di vista istituzionale, mentre l’opposizione, guidata da figure come Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, continua a esercitare una pressione costante.
Truzzu, in particolare, ribadisce con forza l’argomento secondo cui la legislatura non ha mai preso effettivamente avvio, denunciando l’incertezza generata dalla questione della decadenza.
Questa situazione, a suo dire, paralizza l’attività della maggioranza e ostacola l’approvazione della Finanziaria 2026, un provvedimento cruciale per il futuro economico della Regione.
La vicenda, quindi, trascende la mera dimensione legale, configurandosi come un elemento di forte destabilizzazione politica e un freno allo sviluppo della Sardegna.





