In una spirale di abusi ripetuti, una figura femminile, simbolo di resilienza e silenziosa sofferenza, trascende la brutalità fisica e psicologica inflittale.
Ogni sera la sua esistenza è violata, la sua integrità frantumata da un atto di violenza che dovrebbe annientarla.
Ma ogni alba la ritrova in piedi, costretta a perpetuare una routine di sottomissione, una danza macabra dove il dolore si fonde con la necessità di sopravvivere, di pulire non solo le ferite del corpo, ma anche la sporcizia di un’indifferenza dilagante.
Questo è il cuore pulsante de “L’angelo del focolare” di Emma Dante, un’opera che si preannuncia come una profonda riflessione sulla violenza di genere, in scena al Piccolo Teatro di Milano fino al 30 novembre.
Il lavoro di Dante non si limita a raccontare una storia di abusi; la trascende, elevandola a un’indagine socioculturale di ampio respiro.
Claudio Longhi, direttore del Piccolo, sottolinea come la pièce smascheri la banalizzazione del dominio maschile, un potere esercitato con modalità talmente radicate nel tessuto sociale da risultare quasi invisibili.
Attraverso un linguaggio teatrale potente e innovativo, Dante trasforma un evento cruento in un rituale carico di significati, un’esperienza mitica che rivela le fondamenta culturali che alimentano la violenza contro le donne.
Lo spettacolo, quindi, non è solo un’opera d’arte, ma anche un atto di denuncia, un invito a interrogarci sulle nostre responsabilità collettive.
La scelta del Piccolo Teatro per ospitare questa rappresentazione è significativa, segnando un punto di convergenza tra l’istituzione e un’artista capace di affrontare tematiche complesse con coraggio e originalità.
La recita del 25 novembre, in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, amplifica ulteriormente il messaggio di denuncia e sensibilizzazione.
Il percorso artistico de “L’angelo del focolare” non si esaurisce a Milano.
Dopo le prime rappresentazioni, lo spettacolo si sposterà a Napoli, al Teatro San Ferdinando, dal 4 al 14 dicembre 2025, per poi intraprendere un tour che toccherà diverse città italiane: Mestre, Verona, Piacenza, Firenze, Lugano, Vicenza, Udine, Cremona, Sarzana, Pontedera, Savona, Pistoia, Rovereto, e infine Bari.
Questa ampia diffusione territoriale testimonia l’importanza dell’opera e la volontà di raggiungere un pubblico vasto e diversificato, promuovendo un dibattito necessario e urgente su un tema che ancora oggi affligge la società.
L’opera di Dante si configura quindi come un viaggio attraverso il territorio, un’occasione per risvegliare coscienze e stimolare un cambiamento profondo.







