Il dato di 1.702 donne liguri assistite dai Centri Antiviolenza (CAV) e Consultori Unitari Antiviolenza (CUAV) nel 2024, diffuso in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, rappresenta un campanello d’allarme che, al contempo, testimonia un percorso di consapevolezza e resilienza in atto nella comunità ligure.
Questo numero, superiore di circa cento unità rispetto alla rilevazione precedente, non va interpretato come un aumento della violenza in sé, ma piuttosto come un incremento della capacità di donne che, affrancandosi da un silenzio spesso imposto dalla paura e dalla vergogna, cercano aiuto e supporto.
L’Assessore Regionale alle Pari Opportunità, Simona Ferro, giustamente sottolinea la duplice valenza di questi dati.
La maggiore propensione a richiedere assistenza indica un’evoluzione culturale, un coraggio crescente nell’affrontare un trauma profondo.
Tuttavia, la persistenza di un numero così elevato di donne in carico ai servizi antiviolenza evidenzia la necessità di un impegno ancora più profondo e mirato.
Il fenomeno della violenza di genere non è un’emergenza isolata, ma una radicata disuguaglianza che si tramanda attraverso generazioni, alimentata da stereotipi dannosi e da una profonda disparità di potere.
Il contrasto non può limitarsi a interventi di assistenza immediata, quanto piuttosto deve investire l’educazione e la prevenzione, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni.
La Regione Liguria, con l’allocazione di oltre 2 milioni di euro per il sostegno dei CAV e CUAV, dimostra di voler perseguire questa visione, affiancando iniziative di sensibilizzazione a un impegno concreto nella creazione e nel potenziamento dei servizi territoriali.
I dati specifici sui singoli territori – Genova (1102 donne), La Spezia (257), Savona (182) e Imperia (161) – delineano un quadro variegato, dove le sfide e le esigenze possono differire significativamente.
Questa frammentazione territoriale impone un’attenzione particolare alle specificità locali, promuovendo la collaborazione tra i diversi enti e la creazione di reti di supporto capillari.
Le nuove richieste di aiuto accolte nel 2024 (1.030) e le donne ancora in carico dal 2023 (479) e dal 2022 (193) rappresentano una fotografia dinamica di un fenomeno complesso.
Ogni numero racconta storie individuali di sofferenza, di coraggio e di speranza.
La capacità dei CAV di intercettare situazioni di rischio e di offrire un ascolto empatico e un accompagnamento sicuro è fondamentale per interrompere il ciclo della violenza e favorire l’autonomia delle donne.
Le iniziative programmate per il 25 novembre, che coinvolgono scuole e il mondo dell’arte, testimoniano un impegno collettivo nella promozione di una cultura del rispetto e della non violenza.
L’installazione performativa “Siamo molte, siamo una” in Piazza De Ferrari, con il suo filo rosso che unisce oltre cento partecipanti, è un potente simbolo della responsabilità condivisa nella lotta contro la violenza di genere, un monito a non rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza altrui.
Il vero cambiamento, tuttavia, si costruisce ogni giorno, attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e la promozione di relazioni sane e paritarie.







