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martedì 11 Novembre 2025

Pensionati vs. Lavoratori: Squilibri Regionali e Futuro a Rischio

L’analisi del rapporto tra forza lavoro e pensionati nel 2024, condotta dalla Cgia, dipinge un quadro demografico ed economico complesso per l’Italia, rivelando squilibri regionali preoccupanti e tendenze strutturali a rischio di accentuarsi nel prossimo futuro.

Il dato più allarmante emerge da Lecce, dove il numero di pensionati supera quello dei lavoratori attivi di un consistente -90.306 unità.

A seguire, si collocano Reggio Calabria, Cosenza, Taranto e Messina, tutte province del Sud che condividono un saldo negativo significativo.
Tuttavia, la Cgia sottolinea che la causa di questo disallineamento non risiede primariamente nell’elevato numero di pensioni di vecchiaia o anticipata, ma piuttosto nella marcata prevalenza di prestazioni assistenziali e di invalidità.
Questo fenomeno non è una peculiarità meridionale, sebbene si manifesti con maggiore intensità; infatti, anche otto province settentrionali – Rovigo, Sondrio, Alessandria, Vercelli, Biella, Ferrara, Genova e Savona – registrano un saldo negativo, seppur in misura inferiore rispetto a quelle meridionali.

L’insieme di questi elementi rispecchia un profondo squilibrio demografico ed economico, frutto di una concatenazione di fattori che si rafforzano reciprocamente: un tasso di natalità in calo da decenni, che riduce il ricambio generazionale; un invecchiamento progressivo della popolazione, con conseguente aumento della spesa pensionistica; un tasso di occupazione che, a livello nazionale, fatica a raggiungere gli standard europei; e una diffusione ancora significativa di lavoro sommerso e irregolare, che sottrae risorse al sistema contributivo.

Questo circolo vizioso erode la base imponibile e amplia la platea dei beneficiari di welfare, creando una pressione insostenibile sulle finanze pubbliche.

Lo studio evidenzia inoltre una preoccupante polarizzazione tra regioni.
Mentre Matera, Pescara, Bari, Cagliari e Ragusa, in Mezzogiorno, presentano ancora un saldo positivo, grazie a dinamiche locali specifiche o a una migliore situazione demografica, la tendenza generale è alla diminuzione di queste eccezioni.

La situazione è aggravata dall’indice di anzianità dei dipendenti privati, che raggiunge il picco in Basilicata, dove quasi otto dipendenti su dieci hanno più di 55 anni.

Questo dato, seguito da Sardegna, Molise, Abruzzo e Liguria, rivela una difficoltà a rinnovare la forza lavoro e a favorire l’ingresso di giovani, perpetuando un sistema economicamente rigido e poco dinamico.

In sintesi, l’analisi della Cgia non offre un quadro incoraggiante.
Richiede interventi strutturali immediati e mirati, che vadano oltre le semplici misure correttive, per affrontare le cause profonde di questi squilibri: politiche a sostegno della natalità, incentivi all’occupazione giovanile, lotta all’evasione fiscale e alla precarietà, e un’azione decisa per favorire la crescita e l’innovazione in tutte le regioni del Paese.

La sfida è complessa, ma la sua risoluzione è cruciale per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico e il futuro economico dell’Italia.

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