Petroliere, Nord Stream: Indagine Complessa tra Sabotaggio e Geopolitica

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L’inchiesta sulle esplosioni che hanno colpito le petroliere Seajewel e Seacharm, nel periodo immediatamente successivo all’esplosione dei gasdotti Nord Stream, assume contorni sempre più complessi, intrecciando dinamiche geopolitiche, accuse di sabotaggio e potenziali collegamenti internazionali.

La Procura di Genova, nell’ambito di una più ampia indagine coordinata a livello europeo, ha delegato alla Digos il compito di acquisire informazioni su Serhii K.
, cittadino ucraino recentemente arrestato in provincia di Rimini con l’accusa, formulata dalla Procura federale tedesca, di essere coinvolto negli eventi che hanno danneggiato le infrastrutture sottomarine del Nord Stream.
L’indagine genovese, guidata dalla procuratrice Monica Abbatecola, si concentra sull’attentato subito dalla Seajewel nel febbraio scorso, al largo di Savona.
L’imbarcazione, una petroliera maltense, era oggetto di sospetti legati alla sua presunta partecipazione a una rete di navi “fantasma” utilizzate per eludere le sanzioni internazionali e agevolare il commercio di petrolio russo.

L’ipotesi di un’azione sabotatrice perpetrata da soggetti filoucraini, animati da un desiderio di colpire gli interessi economici della Russia, è attualmente al centro delle valutazioni investigative.
Le informazioni relative all’arresto di Serhii K.
potrebbero fornire elementi cruciali per accertare un suo possibile coinvolgimento anche nell’episodio savonese.

La notte di San Valentino, la Seajewel subì due violente esplosioni, causate da ordigni di notevole potenza.

La resilienza delle paratie di sicurezza, che racchiudevano il carico di petrolio, ha impedito il verificarsi di un disastro ambientale di proporzioni catastrofiche.

Le indagini hanno rivelato che il greggio trasportato dalla Seajewel era originario dell’Algeria, mentre la nave gemella, Seacharm, giunta in Liguria pochi giorni dopo, proveniva dalla Libia, sollevando interrogativi sulle possibili rotte commerciali e sulle complesse catene di approvvigionamento che caratterizzano il mercato petrolifero internazionale.

L’apertura di un fascicolo d’indagine per naufragio, aggravato dall’ipotesi di terrorismo, da parte del procuratore Nicola Piacente e della pm Abbatecola, riflette la gravità dell’evento e la sua potenziale rilevanza per la sicurezza nazionale.

Le autorità greche, impegnate in parallelo nelle indagini sull’attentato alla Seacharm, indicano la possibilità che siano state utilizzate mine Limpet, o “a patella”, dispositivi esplosivi adesivi, solitamente attaccati alle strutture delle navi tramite magneti e contenenti esplosivo a base di TNT.

L’impiego di tali ordigni suggerisce una preparazione tecnica e una logistica sofisticate, escludendo l’ipotesi di un atto improvvisato.

L’indagine, ora focalizzata sull’acquisizione di informazioni su Serhii K.

, si pone come un tassello fondamentale per ricostruire una dinamica complessa, che coinvolge potenzialmente una rete di individui e organizzazioni attive in diversi paesi, con l’obiettivo di destabilizzare i mercati energetici e influenzare gli equilibri geopolitici in Europa.

La collaborazione internazionale, lo scambio di informazioni e l’analisi forense degli ordigni recuperati saranno cruciali per fare luce su questa vicenda e individuare i responsabili di questi atti di sabotaggio.

L’eventuale collegamento con l’esplosione dei Nord Stream, e la luce che potrebbe gettare l’indagine su Serhii K.
, rappresentano una priorità assoluta per le autorità giudiziarie italiane e internazionali.

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