La trasformazione digitale del porto di Genova, fulcro nevralgico per la logistica nazionale, si configura come un’operazione complessa, un ecosistema in evoluzione costantemente sfidato dalla necessità di integrare sistemi eterogenei e soddisfare esigenze operative diversificate.
Il progetto del Port Community System Operativo (PCSO), gestito da Liguria Digitale per conto dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, rappresenta un elemento cruciale in questo scenario.
L’obiettivo primario è estendere l’efficacia del sistema non solo a Genova, ma anche ai terminal di Savona e Vado Ligure, creando una piattaforma unificata capace di ottimizzare i flussi di informazioni e le procedure operative in tutta l’area portuale.
Questo implica un’adeguamento radicale degli strumenti e delle applicazioni impiegate dagli operatori della filiera, con una scadenza ambiziosa fissata per l’inizio di dicembre.
Attualmente, il PCSO, pur consentendo la registrazione e il monitoraggio della merce, presenta delle limitazioni significative.
La mancanza di registrazione delle targhe dei mezzi di trasporto impedisce una tracciabilità completa delle operazioni logistiche, un aspetto sempre più rilevante in un contesto globale caratterizzato da stringenti normative sulla sicurezza e sulla responsabilità.
Federlogistica ha evidenziato questa criticità, sottolineando l’urgenza di un aggiornamento tecnico che superi i limiti attuali.
La digitalizzazione del porto non si limita all’aspetto puramente tecnico.
La dematerializzazione dei documenti, un passaggio fondamentale per ridurre la burocrazia e accelerare i processi, si scontra con resistenze e ritardi da parte di alcuni stakeholder, in particolare le Dogane, e con la persistente frammentazione delle applicazioni utilizzate.
Questa disomogeneità rende difficile la condivisione delle informazioni e ostacola l’ottimizzazione dei flussi operativi.
L’implementazione del PCSO promette una serie di benefici tangibili.
La semplificazione e la velocizzazione delle procedure, a partire dall’ingresso dei mezzi pesanti con container, saranno rese possibili dall’introduzione di strumenti innovativi come l’app mobile “Eva”, che gestirà l’accesso al porto, la conferma degli ordini e l’estensione della gestione digitale anche ai container vuoti e ai transiti interni tra i diversi terminal.
Questo approccio integrato mira a creare un ambiente operativo più efficiente e trasparente.
La ripresa del confronto tra le parti interessate, sotto la guida di Liguria Digitale, segna un passo avanti cruciale.
Come sottolineato dal coordinatore di Federlogistica Liguria, Gianfranco Tiezzi, questa iniziativa è essenziale per rafforzare l’intera filiera logistica ligure, aumentando l’efficienza, migliorando la trasparenza e incrementando la competitività del porto in un mercato globale sempre più esigente.
La sfida ora è quella di superare le resistenze al cambiamento e di garantire un’adozione capillare del sistema, in grado di trasformare radicalmente il modo in cui il porto di Genova opera e si integra con la rete logistica nazionale e internazionale.
La piena digitalizzazione non è solo un aggiornamento tecnologico, ma una vera e propria metamorfosi del modello portuale.







