Durante la recente discussione in Consiglio Regionale ligure, relativa al disegno di legge di riforma sanitaria proposto dalla maggioranza di centrodestra, un gesto apparentemente simbolico, il dono di un libro di fiabe da parte del capogruppo del Partito Democratico, Armando Sanna, al Presidente della Regione, Giovanni Bucci, ha offerto un’occasione per una serrata e critica disamina della proposta legislativa.
Il Presidente Bucci aveva descritto la riforma come una narrazione fantastica, una sorta di “gioco di prestigio” in cui ogni elemento si ricomponeva armoniosamente, come in una favola ben congegnata.
Sanna, tuttavia, ha immediatamente contestato questa interpretazione, denunciando una pericolosa semplificazione e una distorsione della realtà.
L’immagine di una Liguria ridotta a un semplice foglio A4, suscettibile di essere manipolata a piacimento da un “autore” – in questo caso, il Presidente stesso – è stata utilizzata per evidenziare una presunta volontà di ignorare le peculiarità e le esigenze specifiche dei diversi territori liguri.
La critica principale del PD non risiede tanto nella necessità di una riforma sanitaria, ampiamente condivisa, quanto nel modo in cui essa viene presentata e implementata.
La riforma, a detta del consigliere Sanna, non è una soluzione magica, ma un “libro nero” che, attraverso una centralizzazione eccessiva, rischia di esacerbare i problemi esistenti anziché risolverli.
L’assenza di un piano organico di assunzionale, la carenza di attenzione alle disomogeneità tra le aree geografiche – la differenza tra le esigenze sanitarie di Genova e quelle di Savona, o tra il contesto urbano e quello dell’entroterra – sono state puntualmente sottolineate come lacune significative.
Il PD non contesta l’ambizione di modernizzare il sistema sanitario ligure, ma ritiene che l’attuale approccio sia viziato da una narrativa che minimizza le difficoltà e promette risultati irrealistici.
La richiesta di sospensione del disegno di legge e l’invito all’apertura di un tavolo di confronto istituzionale mirano a promuovere un processo decisionale più inclusivo e partecipativo, in grado di costruire una sanità del futuro realmente rispondente alle esigenze dei cittadini liguri.
L’auspicio è che si abbandoni la retorica delle favole a buon mercato e si affrontino con rigore e trasparenza le sfide che il sistema sanitario ligure si trova ad affrontare.
Un servizio pubblico essenziale come la sanità richiede azioni concrete, fondate su dati oggettivi e su una profonda comprensione delle complessità territoriali, non su narrazioni semplificate e mirate a celare le vere criticità.
La comunità ligure, si sottolinea con forza, merita di più.







