lunedì 22 Dicembre 2025

Sequestro di lusso: 3 milioni di euro di auto e moto bloccati in Liguria

Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e dell’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha portato al sequestro preventivo di un notevole patrimonio di veicoli di lusso, tra auto e motociclette, localizzato all’interno di proprietà di pregio situate nei Comuni di Andora e Borghetto Santo Spirito, in provincia di Savona.
Il valore complessivo dei beni intercettati supera i 3 milioni di euro, testimoniando l’ingente portata dell’attività illecita scoperta.

L’intervento, frutto di un’articolata indagine protrattasi per circa un anno, ha permesso di smascherare un sofisticato meccanismo volto ad eludere i controlli doganali e fiscali all’importazione.
L’attività investigativa, iniziata con una scrupolosa ricognizione del Ponente ligure, ha rivelato la presenza di un parco veicolare di estrema rarità, comprendente esemplari pregiati come BMW, Cadillac, Mercedes e Maybach Motorenbau, tutti caratterizzati da targhe extra-UE.
Questi veicoli, di inestimabile valore collezionistico, erano in possesso di una famiglia di imprenditori stranieri, apparentemente ignari della complessità legale che gravava sulla loro detenzione.
L’esigenza di tutelare il gettito fiscale e contrastare l’evasione ha spinto le forze dell’ordine ad approfondire le indagini, che hanno permesso di identificare quattro individui, tutti di nazionalità russa, residenti in Italia e attivi nel settore edile e bancario.
Questi soggetti, pur godendo della residenza e della possibilità di operare sul territorio italiano, non avevano mai formalizzato l’accesso ai regimi speciali di ammissione temporanea o di importazione in franchigia, istituiti per agevolare specifici scambi commerciali e flussi turistici.
L’inganno consisteva nel mantenere i veicoli sul territorio nazionale per un periodo superiore ai sei mesi, il limite massimo previsto dalla normativa doganale per lo sdoganamento e il pagamento dei dazi e dell’IVA all’importazione.
Questo comportamento, ripetuto sistematicamente, ha generato un debito doganale complessivo stimato in oltre 50.000 euro, configurando il reato di contrabbando aggravato per omessa dichiarazione.
Al termine delle operazioni di polizia giudiziaria, la Procura della Repubblica ha emesso l’avviso di conclusione indagini, preludio alla successiva richiesta di rinvio a giudizio.

La complessa operazione sottolinea l’importanza della collaborazione tra diverse istituzioni per contrastare l’evasione fiscale e tutelare l’integrità del sistema economico nazionale, evidenziando come la sofisticazione delle tecniche illecite richieda un’azione investigativa altrettanto mirata e coordinata.
Il caso solleva inoltre interrogativi sulla verifica dei flussi di beni di lusso e sulla necessità di rafforzare i controlli per prevenire fenomeni di elusione fiscale transfrontaliera.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap