Un’operazione di portata significativa, orchestrata dal Centro operativo per la Sicurezza cibernetica di Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica torinese, ha portato alla luce un complesso ecosistema di sfruttamento online di minori, disarticolando una rete criminale dedita alla detenzione, alla distribuzione e alla condivisione di materiale pedopornografico.
L’intervento, eseguito in collaborazione con il Cosc di Milano e le Sezioni operative di diverse province piemontesi (Asti, Biella, Cuneo, Imperia, Novara, Savona e Vercelli), ha portato all’arresto di cinque individui e alla denuncia di altrettanti soggetti, evidenziando la pervasività del fenomeno e la necessità di un approccio investigativo sinergico a livello territoriale.
L’attività di contrasto, nata nell’ambito del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online, ha impiegato anche tecniche di indagine sotto copertura, consentendo agli investigatori di identificare e monitorare ben ventidue profili online sospettati di essere coinvolti nella condivisione e nel download di contenuti illeciti, rappresentanti una profanazione dell’innocenza infantile.
La gravità delle accuse e la delicatezza della materia hanno imposto la massima riservatezza durante le operazioni di acquisizione delle prove e di esecuzione dei provvedimenti cautelari.
Il materiale sequestrato, di ingente volume, include dispositivi informatici di vario tipo – computer, smartphone, tablet – che saranno sottoposti ad analisi forensi approfondite.
Queste operazioni avranno lo scopo di ricostruire le dinamiche della rete, identificare ulteriori complici e localizzare altre fonti di diffusione del materiale pedopornografico.
L’attenzione si concentrerà anche sull’individuazione di eventuali vittime e sull’attivazione di protocolli di protezione per i minori coinvolti.
Gli arrestati, uomini di età compresa tra i 30 e i 61 anni, possedevano archivi contenenti materiale di sfruttamento minorile di estrema violenza e natura diversificata, con particolare attenzione a immagini e video che documentano abusi su bambini di età molto tenera.
L’accusa si estende non solo alla detenzione illegale, ma anche alla divulgazione del materiale, come dimostrato dal caso di uno degli arrestati sorpreso a condividere immagini con terzi, configurando un reato di diffusione di materiale pedopornografico aggravato.
L’operazione sottolinea l’urgenza di rafforzare la collaborazione tra le forze dell’ordine, le procure e le organizzazioni specializzate nella protezione dei minori, al fine di contrastare efficacemente un crimine che si evolve rapidamente, sfruttando le potenzialità del web per perpetrare abusi e sfruttamento.
La ricostruzione delle relazioni tra gli indagati e l’analisi del materiale informatico sequestrato rappresentano passi cruciali per smantellare completamente la rete criminale e prevenire ulteriori danni ai minori.
L’intervento è un monito e un impegno costante nella lotta contro la pedopornografia online.





