mercoledì 17 Settembre 2025
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Liguria

Ventimiglia, sgombero e tensioni: la crisi umanitaria al confine.

L’operazione di sgombero dell’insediamento informale sorto lungo il corso del fiume Roya a Ventimiglia ha segnato un punto fermo nella gestione di una situazione di crescente tensione e complessità.
L’intervento, disposto congiuntamente dal sindaco Flavio Di Muro e dal prefetto di Imperia Antonio Giaccari, si è reso necessario in seguito a un’escalation di eventi che hanno messo a dura prova la sicurezza e la convivenza civile nella città di confine.
L’episodio più grave, una sparatoria avvenuta domenica scorsa, ha tragicamente ferito due giovani migranti, uno dei quali versa ancora in condizioni preoccupanti presso l’ospedale di Pietra Ligure, a seguito di una lesione arteriosa.
L’azione delle autorità ha comportato la rimozione di strutture di fortuna e l’identificazione di trentacinque individui, trasferiti in caserma per accertamenti sulla loro posizione giuridica.
Il sindaco Di Muro ha giustificato l’intervento non solo in risposta agli ultimi eventi, ma anche alla luce di un’ordinanza comunale che vieta espressamente l’insediamento abusivo nella zona, un’area particolarmente vulnerabile e soggetta a rischi idrogeologici.
L’operazione, coordinata con precisione tra Prefettura, Questura, forze dell’ordine e Comune, testimonia una risposta strutturata a un problema che affonda le sue radici in dinamiche migratorie complesse e in una carenza di soluzioni concrete per l’accoglienza e l’integrazione.
La retorica del “salotto a disposizione” e dell’uso reiterato di ruspe evoca una visione semplicistica di una questione che richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga enti locali, organizzazioni umanitarie, servizi sociali e istituzioni nazionali ed europee.
La creazione di un presidio attivo e continuativo, come prospettato dal sindaco, rappresenta un passo necessario, ma insufficiente.

È imperativo affrontare le cause profonde che spingono i migranti a cercare rifugio in questa area di confine, spesso lasciando alle spalle guerre, persecuzioni e condizioni di vita insostenibili.
Un’effettiva strategia di gestione dei flussi migratori deve includere un rafforzamento dei corridoi umanitari, una maggiore cooperazione con i paesi di origine e transito, e soprattutto, un investimento significativo in programmi di accoglienza che garantiscano dignità, sicurezza e opportunità di reinserimento sociale.
La vicenda di Ventimiglia non è un caso isolato, ma il sintomo di una crisi umanitaria europea che richiede una risposta solidale, responsabile e lungimirante, che vada oltre la semplice rimozione di tende e la retorica della deterrenza.

L’azione delle autorità, pur comprensibile nel suo intento di garantire l’ordine pubblico, non può essere l’unica risposta a un fenomeno migratorio complesso e multidimensionale.
È necessario un cambio di paradigma, che ponga al centro la dignità umana e il diritto alla protezione internazionale.

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