Un episodio di inaudita brutalità ha scosso la comunità di Bergamo, portando all’arresto di un cittadino bengalese di 27 anni, accusato di violenza privata e lesioni aggravate ai danni di una giovane donna connazionale.
L’aggressione, avvenuta venerdì pomeriggio in via San Lazzaro, ha visto la vittima, 23 anni, brutalmente assaltata da un individuo sconosciuto, con un’escalation di violenza che ha lasciato la donna traumatizzata e fisicamente ferita.
L’aggressione è iniziata all’interno di un autobus di linea, dove il ventisettenne ha tentato, inizialmente, di interagire con la giovane.
Rifiutata la sua approccio, l’uomo è sceso alla stessa fermata dell’autobus e ha costretto la donna ad allontanarsi, trascinandola verso un portone.
Qui, la violenza si è consumata in tutta la sua ferocia: la giovane è stata sbattuta contro il muro, colpita con pugni al volto e graffiata.
La sua richiesta d’aiuto, lanciata tramite cellulare al fidanzato, si è concretizzata con l’intervento di una passante, prontamente allarmata dalle urla della vittima.
Il fidanzato, riuscendo a localizzare la posizione della ragazza, è arrivato in soccorso, interrompendo la spirale di violenza.
L’arresto del responsabile è avvenuto rapidamente, ma la vicenda non si limita a questo singolo episodio.
Il suo profilo criminale rivela una pericolosa reiterazione di comportamenti devianti.
Solo due ore prima dell’aggressione, era già stato condotto in tribunale per un furto di merce alimentare e abbigliamento in un supermercato locale, con l’applicazione dell’obbligo di firma come misura cautelare.
Le accuse contestate, oltre a violenza privata e lesioni aggravate, includono minacce e molestie, segno di un comportamento predatore e deliberatamente aggressivo.
Durante l’interrogatorio, l’uomo ha tentato una rovesciata, sostenendo di essere stato lui a subire un’aggressione da parte della donna, tentativo di giustificazione che non ha trovato riscontro negli elementi di fatto raccolti.
Il suo passato giudiziario è denso di precedenti: un arresto per rapina impropria a Desenzano del Garda a settembre e un altro per rapina e resistenza a Venezia ad agosto.
La sua presenza nella città di Bergamo è stata ufficialmente interrotta, cancellandolo dalla lista dei residenti, pur mantenendo un permesso di soggiorno per motivi di lavoro.
Il giudice Albergo Longobardi, nella sua decisione, ha sottolineato la gravità dei fatti e la brutalità della violenza perpetrata, disposta la custodia cautelare in carcere in attesa dell’udienza successiva, fissata per il 14 gennaio.
L’incidente solleva interrogativi complessi sulla gestione dei flussi migratori, sull’efficacia delle misure preventive e sulla necessità di rafforzare la sicurezza nelle aree urbane.







