A Milano, si apre una complessa fase di indagine giudiziaria, segnata dall’inizio delle audizioni di testimoni chiave nel caso di Pamela Genini, la giovane donna assassinata con ferocia nella propria abitazione.
L’obiettivo primario della Procura, guidata dall’aggiunta Letizia Mannella e dalla procuratrice Alessia Menegazzo, è ricostruire il quadro inquietante del rapporto tra Pamela e Gianluca Soncin, il principale sospettato, un rapporto segnato da una spirale di violenza che si è protratta per un anno e mezzo.
Le testimonianze, che vedranno coinvolgere amici, familiari e persone a vario titolo legate alla vittima, si propongono di illuminare le dinamiche abusive e manipolative perpetrate da Soncin, un uomo che, secondo le prime ricostruzioni, ricorreva a minacce di morte non solo nei confronti di Pamela, ma anche verso la madre, ogni qualvolta la giovane esprimeva il desiderio di interrompere la relazione.
L’inchiesta non si limita a scavare nel passato immediato della vittima, ma intende tracciare un percorso investigativo ampio, esaminando tabulati telefonici, attività finanziarie e spostamenti di Soncin. Un elemento cruciale sarà l’analisi di documenti relativi a episodi di aggressione avvenuti in diverse località, tra cui Cervia, dove Pamela subì un violento pestaggio che la portò a recarsi all’ospedale di Seriate, a Bergamo.
Il referto medico di quell’occasione, che testimonia la frattura di un dito e le allusioni a maltrattamenti, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere l’escalation della violenza.
Particolarmente rilevante è anche il racconto, fornito dall’ex fidanzato e amico di Pamela, Francesco, che ha parlato con lei poco prima della sua tragica fine, e che ha descritto un tentativo di Soncin di gettare la giovane dal balcone durante una vacanza all’Isola d’Elba.
Questo episodio, insieme ad altri riferiti, suggerisce un quadro di controllo e isolamento psicologico esercitato dal presunto aggressore.
Parallelamente, la Procura di Bergamo ha avviato un’indagine separata, volta a verificare eventuali carenze o omissioni nelle procedure di protezione.
L’attenzione è focalizzata sulla mancata attivazione del “codice rosso” e sull’assenza di un’inchiesta a carico di Soncin, nonostante la denuncia di violenza presentata a Seriate.
L’indagine in corso, attualmente priva di indagati e ipotesi di reato formalizzate, mira a stabilire se vi siano state delle falle nel sistema di allerta e intervento a tutela di Pamela, e se tali omissioni abbiano contribuito alla tragica conclusione della vicenda.
Si tratta di un’indagine complessa, che solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità delle istituzioni e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di protezione delle vittime di violenza di genere.









