Un’audace esplorazione cosmica è partita dalla base McMurdo, in Antartide, con il lancio dell’esperimento internazionale GAP (General AntiParticle Spectrometer), un sofisticato strumento progettato per sondare i segreti dei raggi cosmici.
Sollevato da un pallone stratosferico, GAP si innalza a un’altitudine di circa 30 chilometri, sfrecciando sopra la vastità ghiacciata del continente bianco, per catturare indizi cruciali sulla composizione dell’universo.
La ricerca si concentra sull’individuazione di tracce di antimateria, particelle che si contrappongono alla materia ordinaria di cui siamo fatti noi e tutto ciò che possiamo osservare.
La loro esistenza, sebbene teorizzata, rimane elusiva e la comprensione della loro abbondanza relativa alla materia rappresenta una delle sfide più ardue per la fisica contemporanea.
L’osservazione di un eccesso di antimateria, o di variazioni inattese nella sua distribuzione, potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione delle leggi fondamentali della natura.
L’esperimento GAP non è un mero atto di osservazione passiva.
Si tratta di una sfida ingegneristica complessa che richiede la progettazione e la realizzazione di tecnologie all’avanguardia.
In questo contesto, l’Università degli Studi di Bergamo assume un ruolo di primo piano.
Il Gruppo di Microelettronica, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha fornito un contributo essenziale, progettando e costruendo il circuito integrato di lettura del rivelatore, un elemento critico che ne determina la sensibilità e la capacità di distinguere i segnali rilevanti-materia dal rumore di fondo cosmico.
Il team, guidato da Valerio Re e comprendente Massimo Manghisoni, Elisa Riceputi, Paolo Lazzaroni e Luca Ghislotti, incarna l’eccellenza della ricerca italiana nel campo dell’elettronica per applicazioni spaziali.
Questa missione segna la seconda fase del progetto GAP, che ha dovuto affrontare un rinvio nel 2024 a causa delle imprevedibili condizioni meteorologiche antartiche.
Attualmente, un team internazionale di scienziati e tecnici è impegnato nella base di McMurdo, conducendo le attività preparatorie e operative del volo, un’impresa logistica complessa che si protrarrà fino a gennaio.
Il successo di GAP non è solo legato alla capacità di rilevare antimateria.
Si tratta di un passo avanti nella comprensione della materia oscura, un’entità misteriosa che costituisce circa l’85% della massa dell’universo, ma che non interagisce con la luce né con la materia ordinaria, rendendola quasi invisibile.
La presenza di antimateria, anche in quantità minime, potrebbe fornire indizi cruciali per svelare la natura della materia oscura e risolvere uno dei più grandi enigmi della fisica moderna: perché l’universo è composto prevalentemente di materia e non di antimateria? L’Antartide, con la sua atmosfera rarefatta e la sua posizione unica, offre un ambiente ideale per questo tipo di osservazioni, permettendo a GAP di raggiungere livelli di sensibilità mai raggiunti in precedenza.







