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lunedì 17 Novembre 2025

Garlasco: Scontro tra Procura e Difesa, a Rischio l’Immagine Giudiziaria

Il caso Garlasco, già intriso di una dolorosa vicenda umana e mediatico clamore, è nuovamente al centro di un acceso confronto tra la Procura di Brescia e la difesa di Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia, accusato di aver ostacolato l’archiviazione di Andrea Sempio, figura ora al vaglio delle autorità nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi.

Le recenti dichiarazioni dell’avvocato di Venditti, percepite come un attacco diretto e veemente, sollevano interrogativi significativi sull’aderenza dei comportamenti processuali ai principi fondamentali che ne regolano il corretto svolgimento.
La nota congiunta dei procuratori generale Guido Rispoli e del procuratore della Repubblica Francesco Prete, esprime una preoccupazione legittima: l’espressione di giudizi, soprattutto quando formulati in termini così accesi, rischia di contaminare il processo, spostando l’attenzione dalla verifica dei fatti alla valutazione soggettiva degli operatori del diritto.

Questa dinamica, se non contenuta, può erodere la credibilità del sistema giudiziario e pregiudicare il diritto alla difesa di ogni soggetto coinvolto.
Il fulcro della controversia ruota attorno alla presunta “farisaicità” dei pubblici ministeri, contestata dalla difesa in relazione alla loro assenza durante un’udienza al Riesame.

Questa critica, per quanto comprensibile nel contesto di una strategia difensiva, si scontra con un principio cardine del diritto penale italiano: il divieto, disciplinarmente sanzionato, per i magistrati di rilasciare dichiarazioni pubbliche riguardanti le indagini in corso.
Tale divieto non è una limitazione arbitraria alla libertà di espressione, bensì una garanzia per la trasparenza del processo e per la salvaguardia della presunzione di innocenza, principio fondamentale sancito dalla Costituzione.
I procuratori Rispoli e Prete sottolineano come l’osservanza di questo principio non sia una mera formalità, ma una componente essenziale per assicurare un processo equo e imparziale.
La condotta di ogni parte processuale – difesa, accusa, e giudici – deve essere ispirata da contenimento, rispetto per il contraddittore, e un’attenta considerazione delle implicazioni delle proprie azioni sull’immagine e sulla funzionalità del sistema giudiziario.
L’obiettivo primario, in una vicenda complessa come quella di Garlasco, deve essere l’accertamento della verità, basato su prove concrete e argomentazioni giuridiche solide, e non sull’espressione di giudizi preconcetti o sulla strumentalizzazione del processo per fini propagandistici.

L’incrinare questo equilibrio, con dichiarazioni fuori luogo, rischia di compromettere irreparabilmente l’intera vicenda, minando la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della giustizia.

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