La Lombardia avvia un’iniziativa pilota di portata significativa nel panorama della giustizia penale italiana: l’apertura di sportelli lavoro all’interno di tre istituti penitenziari – Canton Mombello, Verziano e la casa circondariale di Bergamo – con l’obiettivo di promuovere un percorso di reinserimento socio-lavorativo per i detenuti.
Questa sperimentazione, presentata ufficialmente a Brescia, rappresenta un approccio innovativo che trascende la mera assistenza, mirando a restituire dignità, autonomia e una concreta prospettiva di futuro a persone coinvolte nel sistema penale.
Il protocollo regionale, frutto di una collaborazione sinergica tra la Regione Lombardia, il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP), l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) e Sviluppo Lavoro Italia, con il sostegno dei Ministeri del Lavoro e della Giustizia, si pone come un vero e proprio investimento nel capitale umano detenuto.
La Regione assume un ruolo cruciale di coordinamento e governance, assicurando un approccio strategico e coerente con le politiche regionali in materia di lavoro e formazione.
L’iniziativa non si limita all’offerta di opportunità lavorative; essa si fonda sulla consapevolezza che il lavoro, per i detenuti, incarna molto più di un semplice reddito.
È un elemento fondamentale per la ricostruzione dell’identità personale, per il rafforzamento dell’autostima e per la riappropriazione della propria libertà, anche in una condizione di restrizione della libertà fisica.
L’assessora regionale Simona Tironi ha sottolineato, durante la presentazione, come questa visione guidi l’azione della Regione, con l’auspicio di un impatto duraturo e positivo.
Per garantire l’efficacia del progetto, è previsto un percorso di formazione specialistica per il personale coinvolto: operatori penitenziari, funzionari dell’UIEPE, esperti dei servizi per il lavoro e rappresentanti delle reti specialistiche.
I moduli formativi affrontano temi cruciali, dalla comprensione del lavoro come strumento di superamento degli stereotipi e di riabilitazione, all’amministrazione penitenziaria e all’impiego dei detenuti, passando per le dinamiche dell’inserimento lavorativo e le opportunità offerte dal mondo imprenditoriale lombardo.
Un’attenzione particolare è dedicata alle transizioni occupazionali, con l’obiettivo di accompagnare i detenuti verso una stabilizzazione del percorso lavorativo anche dopo la conclusione della pena.
La sperimentazione, che si basa sull’esperienza maturata a Milano e Monza, si configura come un ponte verso il coinvolgimento attivo del tessuto produttivo lombardo, mirando a trasformare un progetto pilota in una pratica consolidata e diffusa.
L’obiettivo finale è di creare un modello replicabile in altre regioni, contribuendo a una riforma più ampia e orientata alla riabilitazione del sistema penale italiano.