La Lombardia, regione motore dell’economia italiana, si presenta come un mosaico demografico sempre più complesso e multiforme.
Secondo l’analisi della 9ª edizione del Dossier Idos, la popolazione straniera residente supera il milione e duecento mila unità, rappresentando un dodici e trecento per cento della popolazione regionale e contribuendo in maniera significativa con oltre seicentomila lavoratori al tessuto produttivo.
Questa presenza, lungi dall’essere un fenomeno marginale, si configura come strutturale, con una crescita costante registrata negli ultimi anni, in particolare con un aumento del due e trecento per cento tra il 2023 e il 2024.
La percezione di un’“invasione”, spesso amplificata da narrazioni mediatiche semplicistiche, si scontra con la realtà di una comunità straniera profondamente integrata: la stragrande maggioranza dei residenti stranieri è attiva nel mercato del lavoro, adempie ai propri obblighi fiscali, forma famiglie e investe nel futuro dei propri figli attraverso l’istruzione.
Nonostante questo contributo essenziale, persistono barriere che limitano l’accesso a posizioni di potere e a opportunità di avanzamento sociale, relegando una parte significativa di questa popolazione ai margini del sistema.
L’analisi geografica rivela una distribuzione disomogenea: le province di Milano, Brescia e Bergamo accolgono la maggior parte della popolazione straniera, con Milano che si distingue per la sua vocazione multietnica.
Sebbene la provincia di Milano si confermi leader in termini assoluti, la densità di popolazione straniera è particolarmente elevata anche nelle province di Mantova, Lodi e Pavia.
La comunità romena rappresenta la componente più numerosa, seguita da egiziani, marocchini, albanesi e cinesi, a cui si aggiunge un numero significativo di ucraini, fuggiti dalla guerra e in cerca di sicurezza e opportunità.
Il demografico lombardo, come quello nazionale, si trova ad affrontare sfide cruciali: l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite richiedono un afflusso di giovani lavoratori per sostenere il sistema pensionistico e garantire la competitività del paese.
Tuttavia, le politiche migratorie attuali, spesso caratterizzate da restrizioni e inefficienze, ostacolano l’immigrazione regolare, limitando il potenziale contributo di lavoratori qualificati e motivati.
L’attenzione mediatica si concentra frequentemente su flussi migratori irregolari, oscurando la presenza stabile e vitale di milioni di stranieri che, pur contribuendo attivamente alla società, continuano a subire discriminazioni e a incontrare difficoltà nell’accesso a servizi e opportunità.
È imperativo, pertanto, superare narrazioni polarizzate e adottare un approccio più inclusivo e lungimirante.
Politiche capaci di promuovere l’integrazione, contrastare i pregiudizi e creare veri percorsi di avanzamento sociale sono fondamentali non solo per garantire la dignità e la giustizia per i migranti, ma anche per rafforzare la coesione sociale e la prosperità economica della Lombardia e dell’intero paese.
Il futuro demografico dell’Italia passa necessariamente attraverso una gestione efficace e umanitaria dei flussi migratori e una piena valorizzazione del potenziale umano di chi sceglie di costruire il proprio futuro in Lombardia.







