Calcio, una partita globale: l’Italia si apre al mondo.

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L’apertura del Tour de France da Firenze e la prassi del Giro d’Italia che si avvia dall’estero rappresentano scelte strategiche, ben lungi dall’essere un indebolimento del prodotto sportivo.
Come sottolinea Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, si tratta di un investimento mirato a rafforzare la visibilità e il valore del calcio italiano nel panorama globale.
La decisione di disputare Milan-Como in Australia, sebbene possa generare comprensibile rammarico nei tifosi più affezionati, si inquadra in un’evoluzione necessaria per il calcio moderno.
L’esempio della NFL e della NBA, che con successo esportano i loro eventi in diverse nazioni, dimostra come la globalizzazione sia ormai una realtà ineludibile per lo sport professionistico.
L’obiettivo non è solo quello di intrattenere un pubblico locale, ma di costruire una fanbase internazionale, di creare nuove opportunità di marketing e di aumentare le entrate che possono essere reinvestite nel sistema calcio italiano.
Si tratta di ampliare l’orizzonte, di raggiungere un pubblico più vasto che altrimenti non avrebbe accesso a questi eventi.

La reazione della UEFA, pur esprimendo una cautela comprensibile, riconosce l’unicità di questa iniziativa e l’importanza di un approccio innovativo.
Il calcio, per rimanere competitivo e rilevante, non può permettersi di rimanere ancorato a modelli obsoleti.

Deve abbracciare un percorso di espansione controllata e ponderata, che preveda rotazioni e una gestione attenta dei rischi, ma che non neghi la necessità di proiettare il proprio brand oltre i confini nazionali.

La paura di alienare una parte del pubblico locale è legittima, ma l’immobilismo sarebbe ancora più dannoso.

L’evoluzione del calcio richiede coraggio, visione strategica e la capacità di bilanciare le esigenze del presente con le opportunità del futuro.
Si tratta di un percorso complesso, che richiede un dialogo aperto e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti, ma che è essenziale per garantire la vitalità e la prosperità del calcio italiano nel lungo termine.
La competizione globale non si limita al campo da gioco, ma si estende al mercato dell’intrattenimento e della visibilità.