La necessità di chiarezza, espressa con questa comunicazione, nasce da un contesto delicato, segnato da eventi recenti che richiedono un’interpretazione ponderata e una condivisione trasparente dei valori che animano la squadra del Como.
L’assenza dell’allenatore, giustificata dalla sospensione in attesa di ricorso, ha reso imprescindibile l’intervento del direttore sportivo, Carloalberto Ludi, che si fa portavoce di un messaggio cruciale: definire l’identità del Como, al di là delle percezioni superficiali generate da un’impronta arbitrale particolarmente severa.
Il nodo centrale risiede nella necessità di dissimulare un’immagine distorta.
L’elevato numero di cartellini rossi e gialli accumulati dalla squadra non riflette, secondo Ludi, l’essenza del gruppo e del suo allenatore, Cesc Fabregas.
Si tratta di un modello di gioco intenso, caratterizzato da una marcata aggressività – intesa non come maleducazione o slealtà, bensì come slancio, determinazione e impegno costante nella ricerca del risultato – che sembra in qualche modo urtare contro le sensibilità e le dinamiche proprie del calcio italiano.
L’aggressività, per il Como, è una qualità da esaltare, un elemento distintivo che rivela la passione e l’energia profusa in campo.
L’allenatore, pur mantenendo un approccio energico e passionale, condivide caratteristiche comuni ad altri preparatori e non incarna, pertanto, una figura irrispettosa o antagonistica nei confronti del mondo del calcio.
L’episodio con l’arbitro, oggetto di un presunto fraintendimento, è stato ampiamente documentato nel referto ufficiale, e la sua ricostruzione, seppur non dettagliata per rispetto delle procedure, sottolinea come le parole pronunciate siano state interpretate erroneamente.
È fondamentale, a questo punto, sottolineare che il comportamento di Fabregas, sia in campo che fuori, non merita una difesa ad arte.
La sua presenza in Italia rappresenta un valore aggiunto, un privilegio per il nostro campionato, e l’attenzione mediatica, in questi frangenti, rischia di offuscare la sua indiscussa grandezza.
Il Como, con questa comunicazione, intende riaffermare i propri valori, ribadire la propria identità e chiedere che l’aggressività, intesa come spirito combattivo, sia riconosciuta come un elemento positivo e non come un sinonimo di cattiveria o irrispettosità.
Si tratta di un appello alla comprensione, una richiesta di giudizio più accurato e una riaffermazione di un’etica sportiva che valorizzi l’impegno, la passione e il rispetto reciproco, anche al di là delle decisioni arbitrali.