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sabato 8 Novembre 2025

Como, la polemica dei dehors: tra turismo, regole e rabbia.

La recente decisione del sindaco di Como, Alessandro Rapinese, di revocare i dehors estivi dei pubblici esercizi, dal 1° aprile al 30 settembre, ha innescato un acceso confronto politico e sociale, rispecchiando tensioni più ampie legate alla gestione del turismo e all’identità urbana.
L’amministrazione Rapinese, in carica dal 2022 con una lista civica indipendente, giustifica il provvedimento con la necessità di riallineare la città alle normative nazionali, denunciando, implicitamente, un passato caratterizzato da una lassità nell’applicazione delle regole e da pratiche discutibili nella gestione dell’occupazione del suolo pubblico.
L’atto si configura come un tentativo di riaffermazione dell’autorità comunale e di un ritorno ad un ordine che, secondo l’amministrazione, era stato compromesso.

Le strutture definite “sgabbiozzi” dal sindaco, considerate illegali dal 2001, dovranno essere smontate, un’azione percepita come una correzione drastica rispetto a una situazione precedente in cui permangono occupazioni permanenti e riscossioni di oneri impropri.

La metafora di “Como come Gotham City” utilizzata dal sindaco, seppur controversa, mira a sottolineare la gravità delle irregolarità preesistenti e la necessità di un’azione decisa.
La reazione di Fratelli d’Italia, con i suoi esponenti locali Stefano Molinari e Alessandro Nardone, evidenzia la polarizzazione del dibattito.

Pur non contestando la legalità del principio di rimozione dei dehors, il partito critica aspramente le modalità di attuazione, definendole una “scelta politica punitiva” nei confronti della categoria dei commercianti e un tentativo di mascherare un’agenda moralizzatrice.

Questa posizione riflette una preoccupazione per l’impatto economico del provvedimento e una critica alla presunta mancanza di dialogo con le parti interessate.
Il caso dei dehors si inserisce in un contesto più ampio, quello dell’aumento esponenziale del turismo nella città del lago.
Nel 2024, Como ha registrato circa 4,5 milioni di presenze turistiche, con un significativo incremento della spesa, pari al 17%.
Questo fenomeno, definito “overtourism”, pone sfide complesse per la gestione del territorio, la qualità della vita dei residenti e la conservazione del patrimonio culturale.
La competizione per lo spazio pubblico, l’aumento dei prezzi e la congestione dei servizi rappresentano solo alcune delle conseguenze di questa crescita turistica incontrollata.

Il provvedimento del sindaco Rapinese, quindi, si presenta come un tentativo di riequilibrare questa situazione, recuperando spazio per i pedoni e per la fruizione urbana da parte dei residenti.
Tuttavia, solleva interrogativi più ampi sulla sostenibilità del modello turistico comasco, sulla necessità di una pianificazione strategica del territorio e sulla ricerca di un equilibrio tra le esigenze economiche, sociali e ambientali.
La questione dei dehors, in definitiva, si rivela un termometro sensibile delle tensioni che attraversano la città, stimolando un dibattito cruciale per il futuro di Como.

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