Un’operazione con risvolti internazionali ha portato all’arresto di quattro cittadini rumeni accusati di furto aggravato in concorso e ricettazione, a seguito di una sofisticata razia perpetrata in una profumeria di Cremona il 21 novembre.
L’evento, più che un semplice furto, si è rivelato un’espressione di un’organizzazione criminale transnazionale, capace di pianificare e eseguire colpi con precisione e rapidità.
La banda, composta da individui con precedenti penali specifici, ha agito con la fredda professionalità di veri e propri specialisti.
La loro abilità è stata evidente nella velocità con cui, in meno di tre minuti, hanno svuotato il negozio di merce per un valore di 60.000 euro, utilizzando un’Audi A6 con targhe alterate.
L’azione, compiuta in un orario notturno, ha immediatamente innescato un’indagine complessa, coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha fatto leva su una combinazione di elementi investigativi cruciali: rilievi sul luogo del crimine, analisi meticolosa delle registrazioni di videosorveglianza, comprensivo del sistema di videosorveglianza della Zona a Traffico Limitato (ZTL).
La riproduzione dei filmati, esaminati fotogramma per fotogramma sotto la direzione del questore Carlo Ambra, ha permesso agli investigatori di ricostruire la sequenza degli eventi, tracciando il percorso del gruppo sia in entrata che in uscita da Cremona.
Questa ricostruzione dettagliata ha portato all’identificazione e all’arresto dei responsabili.
Un elemento chiave che ha contribuito alla loro identificazione è stata l’apparente “gaffe” del cambio di targhe.
I malviventi, giunti in città con targhe autentiche, le avevano sostituite con targhe rubate poco prima del furto, un dettaglio che ha fornito agli investigatori un filamento cruciale per collegare i diversi spostamenti e tracciare il gruppo fino a Parma, dove si erano temporaneamente rifugiati in un bed and breakfast.
Le modalità operative impiegate, l’accuratezza della pianificazione e la rapidità nell’esecuzione suggeriscono un alto grado di organizzazione e un’esperienza consolidata nel campo della criminalità.
Il questore Ambra ha espresso il sospetto che il gruppo arrestato possa essere una cellula di un cartello criminale più ampio, con ramificazioni in Austria e Germania, e che operi attraverso canali di smistamento e ricettazione estremamente efficienti.
La velocità con cui la refurtiva è stata piazzata – poche ore dal furto – rafforza questa ipotesi, indicando la presenza di una rete logistica ben strutturata.
Le indagini ora si concentrano sulla disarticolazione di questa rete e sulla scoperta di eventuali complici o mandanti, con l’obiettivo di svelare l’intera struttura criminale alla base del colpo di Cremona e di prevenire ulteriori azioni simili.
Il caso solleva interrogativi sull’efficacia dei controlli transfrontalieri e sulla necessità di una maggiore collaborazione internazionale nella lotta alla criminalità organizzata.







