Il monitoraggio della qualità dell’aria in Lombardia, protratto fino al 18 dicembre 2025, rivela un quadro complesso, caratterizzato da progressi tangibili ma anche da persistenti criticità che richiedono un’attenzione costante e strategie di intervento mirate.
I dati raccolti dall’ARPA Lombardia, pur segnalando un andamento generalmente positivo rispetto al passato, evidenziano come il raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale rappresenti una sfida ancora aperta.
L’evoluzione del fenomeno delle polveri sottili (PM10) si presenta incoraggiante: il limite annuale di 40 microgrammi per metro cubo è stato rispettato in tutte le province, un risultato significativo che testimonia l’efficacia di alcune politiche di riduzione delle emissioni.
Tuttavia, il numero di giorni di “sfioramento” della soglia, ovvero periodi in cui i livelli si avvicinano ai limiti consentiti, rimane problematico, soprattutto in aree densamente popolate come Milano (64 giorni), Lodi (47), Monza (46) e Cremona (44).
Un’analisi più granulare mostra come la situazione vari sensibilmente tra le diverse aree, con valori più contenuti a Sondrio (13 giorni) e Varese, che si distingue come provincia più virtuosa con soli tre superamenti.
Questa disparità territoriale suggerisce che le fonti di inquinamento e le condizioni meteorologiche locali giocano un ruolo cruciale nella determinazione dei livelli di PM10.
Il PM2.5, particolato ancora più dannoso per la salute umana, ha mostrato un comportamento in linea con le aspettative in tutte le centraline, con l’eccezione di Soresina (Cremona), dove si è registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente.
Questo episodio sottolinea la fragilità dei progressi compiuti e l’importanza di un monitoraggio continuo e di un’attenta analisi delle cause di eventuali regressioni.
Il biossido di azoto (NO2), un altro inquinante atmosferico rilevante, ha superato il limite stabilito di 40 microgrammi per metro cubo solo in un caso specifico, a Cinisello Balsamo, dove si è registrato un valore di 41 microgrammi.
Nonostante i miglioramenti osservati in alcune componenti, la concentrazione di ozono (O3) continua a rappresentare una sfida significativa, superando ampiamente i target normativi in numerose località.
L’ozono, in questa sede, non è generato da fonti dirette, ma si forma a partire da precursori inquinanti attraverso reazioni chimiche complesse, favorite da condizioni di elevata insolazione e temperature elevate.
Le prospettive future, come segnala l’ARPA, sono delineate dalle nuove normative europee (Direttiva 2024/2881) che impongono obiettivi di qualità dell’aria ancora più stringenti, e dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggeriscono limiti ancora più restrittivi per diversi parametri.
Il percorso verso un ambiente più salubre per i cittadini lombardi, pertanto, richiede un impegno continuo, che integri misure di controllo delle emissioni, promozione di tecnologie più pulite e sensibilizzazione della popolazione, per garantire il rispetto delle nuove sfide poste dalla tutela della qualità dell’aria.
L’analisi dei dati, inoltre, deve essere affiancata da studi approfonditi sulle fonti di inquinamento, sulle dinamiche meteorologiche e sulle vulnerabilità della popolazione, per definire strategie di intervento sempre più efficaci e mirate.







