L’analisi del momento Atalanta, filtrata attraverso le parole di Ivan Juric, rivela una complessità che va ben oltre la semplice frustrazione per il pareggio a Cremona.
Si percepisce un allenatore consapevole delle sfide poste da un calendario serrato e dalla concomitanza con gli impegni delle nazionali, fattori che impattano significativamente sulla performance dei suoi giocatori.
L’elogio ad Allegri, a Torino, non è un semplice atto di cortesia, ma un’osservazione acuta sulla sua capacità di gestire la pressione mediatica e di presentare una narrazione controllata, evitando il trascinamento emotivo.
La lettura del “punto guadagnato” dopo il pareggio contro il Pisa, evidenzia una visione strategica che spesso sfugge all’interpretazione popolare.
In vista del cruciale confronto con il Milan, Juric sottolinea il reciproco rispetto, accennando a una preparazione meticolosa da parte di entrambe le squadre.
Il Milan, pur escluso dalle coppe europee, rappresenta un avversario agguerrito e imprevedibile, e la partita si preannuncia equilibrata.
Juric ne è consapevole, e focalizza l’attenzione sulla necessità di limitare gli spazi agli attaccanti rossoneri, riconoscendone la qualità tecnica.
L’impatto degli impegni internazionali sui giocatori, in particolare su Hien e Lookman, emerge come un tema centrale.
Juric esprime apertamente le difficoltà legate ai frequenti spostamenti e alla mancanza di tempo per un adeguato recupero fisico, un problema che influisce negativamente sulla continuità di allenamento e sulla performance atletica.
La sua osservazione, scientificamente fondata, denuncia una criticità strutturale nel sistema calcistico moderno, dove il benessere degli atleti è spesso sacrificato sull’altare del calendario fitto di impegni.
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