Il futuro del latte lombardo si proietta con una visione chiara: radicata nel territorio, valorizzata localmente e proiettata verso una crescita sostenibile.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, durante un incontro a Mantova, ha ribadito come l’integrazione e la collaborazione tra produttori debbano essere viste non come una minaccia, ma come uno strumento strategico per rafforzare l’identità e la competitività del settore.
La Lombardia rappresenta un pilastro fondamentale per la produzione lattiero-casearia italiana.
Con 5.975 allevamenti – pari al 17% del totale nazionale – e una popolazione di 580.000 vacche da latte (il 18% del totale), la regione genera quasi la metà del latte prodotto in Italia.
Questo volume significativo di produzione alimenta la creazione di alcuni dei formaggi DOP più rinomati al mondo, tra cui il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Taleggio e il Provolone Valpadana, prodotti che incarnano l’eccellenza e la tradizione casearia lombarda.
I dati relativi al 2024 rivelano una produzione robusta, con 6,1 milioni di tonnellate di latte consegnate, frutto di una struttura produttiva orientata verso aziende di medie e grandi dimensioni.
Nelle province di Brescia, Mantova e Cremona si concentra una quota significativa di questi allevamenti: Brescia vanta il 49% degli allevamenti con oltre 100 capi, Mantova il 66% e Cremona un notevole 82%.
Questa concentrazione, unita a un’organizzazione efficiente, consente di garantire qualità e quantità adeguate per soddisfare la domanda interna e internazionale.
In un contesto nazionale caratterizzato da una contrazione del numero di allevamenti – con la perdita di 12.000 aziende dal 2014 – il settore lombardo si distingue per la sua resilienza e per una capacità di adattamento.
Contrariamente alle tendenze europee, che vedono una diminuzione del bestiame lattiero-caseario in paesi come Germania, Francia e Olanda, l’Italia ha registrato un aumento di 39.000 unità di vacche da latte, un segnale di vitalità e di potenziale inespresso.
Il presidente di Ismea, Livio Proietti, ha sottolineato l’importanza cruciale di disporre di dati accurati e tempestivi provenienti da istituzioni come Ismea e Clal.
Queste informazioni rappresentano una bussola per gli operatori del settore, consentendo loro di navigare in un mercato complesso e in continua evoluzione, interpretando correttamente i segnali di cambiamento e reagendo con prontezza.
L’obiettivo primario deve essere quello di trasformare la riconosciuta qualità dei prodotti lombardi in una reale competitività sul mercato globale, promuovendo un modello di sviluppo che unisca tradizione, innovazione e sostenibilità.
Un futuro in cui il latte lombardo continui a rappresentare un simbolo di eccellenza agroalimentare italiana.