Al Teatro Regio di Torino, dal 28 febbraio all’11 marzo, si riaccendono le luci su *Rigoletto*, l’intramontabile melodramma di Giuseppe Verdi, un’opera che trae ispirazione dalla pièce teatrale *Le Roi s’amuse* di Victor Hugo e resa immortale dal libretto di Francesco Maria Piave.
L’allestimento, curato dal regista Leo Muscato, promette un’interpretazione nuova e suggestiva, arricchita dalla collaborazione della scenografa Federica Parolini e della costumista Silvia Aymonino, già acclamate per il Premio Abbiati.
Muscato proietta *Rigoletto* in un’atmosfera vibrante, evocando le atmosfere della Belle Époque, un’epoca di grandi cambiamenti sociali e artistici, per esaminare le dinamiche complesse che animano la vicenda del giullare deforme, Rigoletto, e della sua amata figlia Gilda.
La trama, incentrata sulla sete di vendetta di un padre e sulla tragica perdita dell’unica gioia della sua esistenza, si rivela un’esplorazione profonda delle fragilità umane, della giustizia e della vendetta, temi universali che trascendono i confini temporali e geografici.
Sotto la direzione del maestro Nicola Luisotti, interprete raffinato del repertorio verdiano, l’Orchestra del Regio Torinese offrirà un accompagnamento musicale di eccezionale intensità.
Il cast, di altissimo livello, è composto da George Petean, baritono verdiano di fama internazionale, che incarna la figura tormentata di Rigoletto; Giuliana Gianfaldoni, soprano di grande espressività, darà voce all’innocenza e alla sofferenza di Gilda; e Piero Pretti, tenore acclamato, impersonerà il Duca di Mantova, personaggio affascinante e ambiguo, portatore di un’aristocrazia dissoluta e di un’abilità seduttiva che lo rendono un catalizzatore di sventure.
Ulisse Trabacchin guida il Coro del Regio, elemento fondamentale per la potenza drammatica dell’opera.
L’allestimento di Muscato si distingue per la sua profonda riflessione sul simbolismo e sull’estetica, con un uso innovativo di ampie superfici specchianti che rimandano alla natura ambigua e alla molteplicità delle identità presenti nell’opera, amplificando l’effetto drammatico e stimolando l’interpretazione.
L’opera, completata il dialogo storico tra le culture francese e italiana, testimoniando l’influenza reciproca tra la drammaturgia di Hugo e la composizione di Verdi, è un’occasione per riflettere sulla condizione umana, sulla complessità dei rapporti familiari e sulle conseguenze devastanti della vendetta.
Come sottolineato dal sovrintendente Mathieu Jouvin, *Rigoletto* continua a risuonare con forza nel pubblico contemporaneo, grazie alla sua capacità di rappresentare le emozioni più profonde e universali.
L’opera è sold out, testimoniando la sua ineguagliabile popolarità e la sua rilevanza artistica.