L’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) nel settore terziario non si preannuncia come una sostituzione massiccia della forza lavoro, bensì come una trasformazione profonda del modo di operare delle imprese.
 Un’indagine condotta da Confcommercio Milano Lodi, Monza e Brianza, che ha coinvolto un campione eterogeneo di oltre mille soggetti – imprenditori e privati – evidenzia un approccio prevalentemente fiducioso e cauto.
 Il 59% degli imprenditori intervistati prevede che l’IA agisca principalmente come un elemento di supporto e potenziamento delle competenze umane, piuttosto che come un agente di automatizzazione completa.
Questa prospettiva riflette una consapevolezza diffusa, supportata dall’87% degli intervistati, che la mancanza di competenze specialistiche in ambito IA possa rappresentare un freno all’adozione e all’ottimizzazione di queste tecnologie.
 Nonostante ciò, la stragrande maggioranza (91%) riconosce la necessità di una regolamentazione rigorosa e una supervisione umana costante, sottolineando i potenziali rischi connessi a un’implementazione incontrollata.
 L’ottimismo generale, condiviso dal 55% delle imprese, si accompagna alla richiesta di una maggiore chiarezza normativa a livello nazionale ed europeo.
L’indagine rivela un crescente interesse verso le applicazioni generative dell’IA, come ChatGPT, Gemini, Claude e Copilot, che si posizionano come fonti informative primarie per gli imprenditori, superando persino i media tradizionali (quotidiani online e televisione) e i social network, anche se con percentuali inferiori.
 Questo dato suggerisce una rapida evoluzione delle modalità di apprendimento e aggiornamento professionale, con una crescente dipendenza da strumenti digitali per l’acquisizione di nuove conoscenze.
Il segretario generale di Confcommercio, Marco Barbieri, sottolinea come l’IA generativa rappresenti un’opportunità senza precedenti per la crescita economica e l’innovazione, ma allo stesso tempo esprima preoccupazioni legittime legate alla gestione dei rischi intrinseci.
 L’equilibrio tra l’adozione di tecnologie avanzate e la tutela dei lavoratori e della società nel suo complesso diventa, pertanto, una priorità imprescindibile.
 La necessità di una riflessione etica e di un quadro normativo solido si configura come un prerequisito fondamentale per sfruttare appieno il potenziale trasformativo dell’IA, mitigandone al contempo le possibili conseguenze negative.
In sintesi, il futuro del terziario si prospetta come un percorso di coevoluzione tra uomo e macchina, dove l’intelligenza artificiale non è vista come una minaccia, ma come uno strumento per valorizzare le capacità umane e costruire un futuro più prospero e inclusivo.
                                    


