La Lombardia, nel 2025, continua a manifestare un andamento complessivamente positivo nel monitoraggio della qualità dell’aria, come evidenziato dai dati raccolti dall’ARPA tra il 1° gennaio e il 18 dicembre.
Sebbene persistano alcune criticità, il quadro generale riflette un impegno crescente verso la tutela ambientale, un percorso che dovrà essere ulteriormente rafforzato alla luce delle nuove sfide normative e delle raccomandazioni scientifiche internazionali.
L’attenzione primaria rimane focalizzata sulle polveri sottili, in particolare il PM10.
I valori annuali medi registrati in tutte le province lombarde si mantengono al di sotto del limite di 40 microgrammi per metro cubo, un dato incoraggiante che testimonia l’efficacia delle misure implementate.
Tuttavia, l’analisi dei “giorni di sfioramento” – ovvero il numero di giorni in cui i livelli di PM10 si avvicinano al limite consentito – rivela una distribuzione disomogenea sul territorio regionale.
Le aree metropolitane di Milano e le province limitrofe, come Lodi, Monza e Cremona, continuano ad accumulare un numero significativo di superamenti, con Milano che registra il dato più elevato.
Un’analisi più approfondita di questi dati è cruciale per comprendere le cause specifiche, che possono includere fattori come la densità del traffico, le attività industriali e le condizioni meteorologiche favorevoli alla stesura degli inquinanti.
Per quanto riguarda il PM2.5, particolato ancora più dannoso per la salute umana, la situazione è leggermente migliore, con l’eccezione di una singola centralina a Soresina, dove si è verificato un peggioramento rispetto all’anno precedente.
Questo episodio sottolinea l’importanza di un monitoraggio continuo e di un’attenzione particolare alle aree critiche.
Anche i livelli di biossido di azoto (NO2) hanno generalmente rispettato i limiti di legge, con una minima eccezione a Cinisello Balsamo.
Il biossido di azoto, prodotto principalmente dalla combustione di carburanti fossili, contribuisce alla formazione di smog e può avere effetti negativi sulla salute respiratoria.
Il quadro complessivo evidenzia come, nonostante i progressi, l’ozono continua a rappresentare una sfida significativa per la Lombardia.
I livelli di ozono, un inquinante secondario formato dalla reazione di altri inquinanti in presenza di luce solare, superano in modo diffuso i valori target stabiliti dalla normativa, richiedendo interventi mirati per ridurre le emissioni di precursori.
Il miglioramento osservato, seppur incoraggiante, non deve indurre a compiacenza.
ARPA Lombardia segnala che il trend positivo deve proseguire nel tempo, soprattutto alla luce della Direttiva Europea 2024/2881, che introduce obiettivi ancora più stringenti per la qualità dell’aria, e delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che definiscono limiti ancora più severi per la protezione della salute umana.
La nuova direttiva europea, in particolare, rappresenta un cambio di paradigma, con obiettivi quantitativi più ambiziosi e una maggiore enfasi sulla prevenzione e sulla riduzione dell’esposizione degli individui all’inquinamento atmosferico.
L’aderenza a tali standard, unita a una maggiore consapevolezza e partecipazione attiva da parte di cittadini e imprese, sarà fondamentale per garantire un futuro più salubre e sostenibile per la Lombardia.
Ulteriori indagini sulle fonti di inquinamento e lo sviluppo di tecnologie innovative per la depurazione dell’aria si rivelano, quindi, imperativi.







