L’Alma Mater Università di Parma si appresta a conferire il prestigioso riconoscimento “Alumnus dell’anno 2025” a Fortunato Ortombina, figura di spicco nel panorama culturale e operistico italiano.
La cerimonia, prevista per il 15 dicembre nella sede centrale dell’Ateneo, celebra il percorso di un intellettuale e dirigente che ha saputo coniugare una solida formazione umanistica con una profonda passione per la musica e il teatro.
Ortombina, nato a Mantova, ha intessuto un legame profondo con Parma, dove ha coltivato sia gli studi letterari – culminati con la laurea in Materie Letterarie alla Facoltà di Magistero nel 1987 – sia una formazione musicale di alto livello presso il Conservatorio.
Questo connubio di discipline ha plasmato la sua sensibilità e la sua capacità di interpretare l’arte in tutte le sue sfaccettature.
La sua carriera professionale è stata caratterizzata da un impegno costante e diversificato nel mondo dello spettacolo.
Dopo un inizio al Teatro Regio, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, tra cui professore d’orchestra, artista del coro e collaboratore di scena, Ortombina ha dedicato un periodo significativo allo studio e alla valorizzazione del patrimonio verdiano.
La sua collaborazione con il Festival Verdi, tra il 1988 e il 1990, si è concentrata sull’analisi della vivace scena musicale parmense durante la formazione di Giuseppe Verdi, un contesto cruciale per comprendere l’evoluzione del genio compositivo.
Parallelamente, ha partecipato a un importante progetto di edizione delle opere di Giacomo Meyerbeer, un’iniziativa che ha richiesto competenze accademiche e capacità di ricerca di alto livello, in stretta collaborazione con istituzioni di prestigio come la Ricordi di Monaco e l’Università di Bayreuth.
Un capitolo fondamentale del suo percorso si è svolto presso l’Istituto Nazionale di Studi Verdiani.
Qui, Ortombina ha gestito con rigore e competenza l’analisi e la trascrizione degli autografi verdiani, tra cui un abbozzo significativo de *La traviata*, e si è dedicato alla pubblicazione dei carteggi del compositore con figure chiave del panorama culturale del tempo, come Giulio Ricordi, Salvatore Cammarano e Antonio Somma.
Un lavoro certosino che ha permesso di ricostruire il contesto storico e intellettuale in cui Verdi ha operato e di far luce sulle dinamiche creative che hanno portato alla nascita delle sue opere immortali.
L’accurata catalogazione delle lettere conservate a Sant’Agata testimonia la sua dedizione alla preservazione e alla fruizione del patrimonio verdiano.
Il 1993 vede la pubblicazione di un documento raro e prezioso: l’unico autografo noto di Giuseppe Verdi su testo di Alessandro Manzoni, “Sgombra, o gentil”, un’indagine approfondita sulla genesi di *Rigoletto* integrata in un ampio contributo biografico pubblicato in formato CD-Rom dall’editore De Agostini.
Successivamente, Ortombina ha condiviso le sue conoscenze accademiche come docente di Storia dei sistemi produttivi musicali presso la sezione di Cremona della Facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia, dal 2005 al 2010.
La sua competenza e visione hanno poi aperto le porte dei più importanti teatri d’opera italiani.
Dopo aver ricoperto ruoli di crescente responsabilità al Regio di Torino e al San Carlo di Napoli, è approdato alla Scala, prima come coordinatore della direzione artistica, poi come direttore artistico e, infine, come sovrintendente.
La sua nomina alla direzione del Teatro alla Scala testimonia il riconoscimento del suo valore e la fiducia riposta in lui per guidare uno dei teatri d’opera più prestigiosi al mondo.
Ortombina incarna dunque un modello di professionista capace di coniugare rigore accademico, passione per la musica e visione manageriale, un esempio ispiratore per le nuove generazioni di studenti dell’Alma Mater Università di Parma.









