Il ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Milano, a cura dell’avvocato Domenico Aiello, legale rappresentante dell’ex procuratore della Repubblica di Pavia, Mario Venditti, solleva questioni di profonda rilevanza procedurale e solleva ombre sull’operato della Procura di Brescia.
Il ricorso, depositato in risposta al decreto di perquisizione e sequestro eseguito venerdì scorso, contesta la legittimità dell’azione investigativa che vede il magistrato, ormai in pensione, accusato di corruzione in atti giudiziari.
L’ipotesi accusatoria, avanzata dalla Procura di Brescia, ruota attorno alla presunta ricezione di somme di denaro da parte di Venditti, in cambio di un’attività giudiziaria volta a favorire Andrea Sempio, figura centrale in una vicenda giudiziaria che ha visto la riapertura delle indagini per l’omicidio di Chiara Poggi, ad opera dei pubblici ministeri pavesi.
Si tratta di un caso complesso e doloroso, segnato da innumerevoli colpi di scena e da un’opinione pubblica particolarmente sensibile.
Il cuore del ricorso di Aiello non si limita a negare le accuse mosse al suo assistito, ma si concentra su un’analisi critica del metodo investigativo adottato.
Il legale denuncia una presunta “distorsione della funzione requirente”, espressione che allude a un’eccessiva iniziativa da parte della Procura, potenzialmente in grado di compromettere l’equilibrio del sistema giudiziario.
La funzione requirente, come principio cardine del diritto, impone alla Procura un ruolo di imparzialità e indipendenza, volto a perseguire la verità processuale e a tutelare sia l’interesse pubblico che i diritti dell’imputato.
Una distorsione di tale funzione, secondo l’avvocato, può portare a derive inaccettabili, come la violazione del diritto alla difesa e la compromissione dell’obiettività del giudizio.
Il ricorso non si limita a questo.
L’avvocato solleva dubbi sulla correttezza e la proporzionalità delle misure cautelari eseguite, in particolare per quanto riguarda la perquisizione e il sequestro, che, a suo dire, hanno travalicato i limiti imposti dalla legge, ledendo la privacy del suo assistito e potenzialmente compromettendo l’integrità di documenti sensibili.
Il legale contesta, in sostanza, la logica che sottende l’azione della Procura, sostenendo che le indagini si siano focalizzate in maniera eccessiva sulla figura di Venditti, trascurando altri possibili elementi a suo avviso rilevanti per la ricostruzione della vicenda.
Il caso Poggi-Sempio è intriso di elementi complessi, che coinvolgono non solo aspetti giuridici, ma anche dinamiche sociali e psicologiche.
Il ricorso di Aiello, pertanto, si pone come un tentativo di riequilibrare la bilancia, garantendo al suo assistito il diritto a una difesa piena e rigorosa, e ponendo l’attenzione sulla necessità di un’indagine imparziale e trasparente, volta a fare luce sulla verità, senza pregiudizi o preconcetti.
La vicenda, ora, è nelle mani del Tribunale del Riesame, che dovrà valutare attentamente le argomentazioni presentate dall’avvocato Aiello e decidere se confermare, modificare o annullare il decreto di perquisizione e sequestro.