sabato 22 Novembre 2025

Venditti: Annullato il sequestro, ma le agende restano chiave

Il Tribunale del Riesame di Brescia ha emesso una sentenza di rilevanza cruciale, annullando il provvedimento di sequestro e perquisizione eseguito il 26 settembre nei confronti dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti.

Questa decisione interviene in un contesto investigativo più ampio, condotto dalla Procura di Brescia, che vede Venditti al centro di accuse di corruzione giudiziaria.
La vicenda, intrisa di complessità e implicazioni profonde per il sistema giudiziario, ruota attorno all’indagine riguardante Andrea Sempio, accusato per l’efferato omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Pavia.

L’accusa sostiene che Venditti, durante la sua permanenza in carica come magistrato, avrebbe ricevuto compensi illeciti in cambio di un’attività volta a favorire l’assoluzione di Sempio.
Questa dinamica, se confermata, solleverebbe interrogativi inquietanti sulla potenziale compromissione dell’imparzialità e dell’indipendenza della magistratura.
Il ricorso presentato dal difensore di Venditti, l’avvocato Domenico Aiello, ha contestato la legittimità del provvedimento restrittivo, evidenziando possibili vizi procedurali o carenze motivazionali nel decreto di sequestro.
La decisione del Tribunale del Riesame, accogliendo in parte le argomentazioni difensive, segna una tappa significativa nel percorso giudiziario.
Nonostante l’annullamento del sequestro dei dispositivi elettronici, il Tribunale ha tuttavia confermato il vincolo probatorio relativo a due agende.

Questi documenti, presumibilmente appartenuti a Venditti, rappresentano un elemento chiave dell’indagine, potenzialmente in grado di fornire risposte concrete sulle presunte irregolarità e di ricostruire le dinamiche del caso.
La loro analisi, affidata a periti specializzati, potrebbe rivelare annotazioni, appuntamenti o riferimenti che gettino luce sui rapporti tra Venditti e gli altri soggetti coinvolti nell’indagine.
La restituzione dei dispositivi sequestrati a Venditti rappresenta un atto di rivalsa formale, ma non preclude l’ulteriore sviluppo dell’inchiesta.
Il Riesame, nel suo vaglio, ha bilanciato l’esigenza di tutelare il diritto di difesa dell’imputato con la necessità di garantire l’efficacia dell’azione penale.
La vicenda pone interrogativi cruciali sulla responsabilità del singolo magistrato, sulla trasparenza dei processi decisionali e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo interno per prevenire fenomeni di corruzione all’interno del sistema giudiziario.
La questione solleva, in ultima analisi, un’interrogativo fondamentale: come preservare l’integrità e la credibilità della giustizia in un contesto complesso e spesso permeato da interessi di vario genere.

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