Il progetto del bacino idrico di Livigno, cuore pulsante dell’innevamento artificiale in vista delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, si configura come un’opera infrastrutturale di portata strategica, ben oltre la mera funzionalità legata all’evento sportivo.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel render conto dello stato di avanzamento dei lavori a distanza di pochi mesi dall’inizio delle competizioni, sottolinea come questo intervento rappresenti un modello di sviluppo sostenibile e un investimento a lungo termine per il territorio.
La costruzione del bacino idrico non è concepito come un’infrastruttura effimera, destinata a decadere con la conclusione delle Olimpiadi.
Al contrario, si tratta di un sistema complesso e articolato, progettato per garantire la gestione efficiente e responsabile delle risorse idriche, rispondendo a esigenze sempre più pressanti in un contesto climatico in rapida evoluzione.
L’innevamento artificiale, pur essendo cruciale per la fattibilità delle competizioni, è solo una delle funzioni principali: il bacino contribuirà a mitigare i rischi legati alla scarsità idrica, a regolare il flusso dei corsi d’acqua e a preservare la biodiversità locale.
L’avanzamento dei lavori, costantemente monitorato dal Mit, testimonia l’impegno profuso per il rispetto dei tempi e degli standard qualitativi.
La fase più delicata, quella relativa alla costruzione del dissabbiatore – elemento essenziale per la depurazione dell’acqua e il mantenimento di una neve di qualità ottimale – è in fase di realizzazione.
Parallelamente, procede spedita la posa della rete di tubazioni ad alta pressione, cuore nevralgico del sistema di innevamento, con un’alta percentuale di completamento.
Sono state completate le opere di scavo necessarie per gli allacci e le condotte, e la sala macchine è stata realizzata e messa in funzione.
Il bacino di Livigno si distingue per la sua visione integrata, che lo eleva a esempio emblematico di infrastrutture olimpiche di nuova generazione.
Non si tratta di opere isolate, focalizzate esclusivamente sulla logistica sportiva, ma di un ecosistema di interventi che abbraccia settori cruciali come l’energia, l’ambiente e la gestione delle risorse naturali.
Questa prospettiva olistica riflette un approccio sostenibile, volto a creare un’eredità duratura per le comunità locali, migliorando la resilienza del territorio e promuovendo lo sviluppo economico e sociale anche dopo la conclusione dei giochi.
L’obiettivo primario è dunque quello di realizzare un’opera che, al di là del suo impatto diretto sull’evento olimpico, rappresenti un investimento strategico per il futuro della Valtellina e dell’intera regione.









