Sequestrato cantiere Carosello 3000: indagine sui lavori per le Olimpiadi.

0
8

L’attività di controllo dei Carabinieri Forestali, estesa dal presidio locale di Bormio all’intero Comando provinciale di Sondrio, ha portato al sequestro temporaneo del cantiere in corso nella ski-area del Carosello 3000, a Livigno.

La localizzazione alternativa della gara di Coppa del Mondo, tradizionalmente ospitata a Bormio, è stata resa necessaria dai lavori di adeguamento infrastrutturale in corso in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026.
L’intervento dei Carabinieri Forestali si inserisce nell’ambito di un’indagine, promossa dalla Procura della Repubblica di Sondrio sotto la direzione del Procuratore Piero Basilone e coordinata dal sostituto Daniele Carli Ballola, scaturita da un esposto.

L’inchiesta si focalizza sulla verifica della piena conformità urbanistica e amministrativa dei lavori in corso, sospesi in attesa degli accertamenti tecnici e legali.

La complessità del caso risiede nella necessità di garantire la regolarità di un’opera infrastrutturale di rilevanza nazionale e internazionale, posta in essere in un contesto temporale delicato, segnato dalla prossimità di un evento sportivo di alto livello.
Livigno Next, l’ente incaricato della promozione turistica del territorio, ha espresso la propria fiducia nella regolarizzazione della situazione, sottolineando l’approvazione della pista da parte della Federazione Internazionale Sci (FIS).

Questa certificazione, rilasciata a seguito di rigorosi controlli, confermerebbe la conformità della pista agli standard internazionali e permetterebbe di procedere con l’organizzazione dell’appuntamento di fine anno.

Luca Moretti, Presidente di Livigno Next, ha ribadito l’impegno a garantire lo svolgimento regolare della gara, auspicando una rapida risoluzione della vicenda e confidando nella celerità delle verifiche da parte delle autorità competenti.
La questione solleva interrogativi non solo sulla legittimità dei lavori, ma anche sulle implicazioni economiche e sull’immagine del territorio, in un momento cruciale per il turismo invernale.

Il sequestro del cantiere, pur rappresentando una misura cautelare necessaria, pone l’attenzione sulla crescente necessità di trasparenza e responsabilità nella gestione di progetti infrastrutturali di grande impatto, soprattutto in aree montane, ecosistemi fragili e di inestimabile valore.
L’inchiesta potrebbe rivelare criticità procedurali e possibili carenze nella supervisione dei lavori, richiedendo un approfondimento sui rapporti tra enti locali, committenti e imprese coinvolte.