La salvaguardia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro rappresenta un imperativo etico e un pilastro fondamentale per lo sviluppo sostenibile di una regione come la Lombardia.
La recente firma del rinnovo del Protocollo d’intesa, siglato dal Presidente Attilio Fontana a Varese, non è un mero atto formale, ma un’affermazione di impegno concreto e un catalizzatore per un cambiamento culturale profondo all’interno del tessuto produttivo.
Questo protocollo, frutto di una collaborazione sinergica tra Prefettura, istituzioni locali, enti di categoria e associazioni di rappresentanza, si configura come un ecosistema di competenze volto a minimizzare i rischi professionali e a prevenire infortuni e malattie correlate al lavoro.
L’approccio delineato dal Presidente Fontana trascende la semplice conformità alle normative vigenti.
Si tratta di instillare una mentalità proattiva in tutti gli attori coinvolti, lavoratori e datori di lavoro in primis.
I lavoratori non devono essere passivi esecutori, ma protagonisti attivi nella tutela della propria sicurezza, esercitando il diritto di richiedere e verificare l’applicazione rigorosa delle misure preventive.
Questo implica un percorso di alfabetizzazione continua sulle normative, affiancato da una consapevolezza dei propri diritti e doveri.
Parallelamente, la responsabilità dei datori di lavoro si estende ben oltre l’adempimento formale.
Richiede un investimento costante in ambienti di lavoro sicuri, in formazione specializzata e in una cultura aziendale improntata alla prevenzione.
Un’attenzione particolare va dedicata alla valutazione dei rischi specifici di ogni settore e alla conseguente implementazione di procedure operative adeguate.
La carenza di risorse ispettive, opportunamente segnalata, costituisce un ostacolo significativo alla piena efficacia del sistema di prevenzione.
Il ricorso a incarichi a tempo determinato, pur comprensibile in contesti di flessibilità del mercato del lavoro, si rivela controproducente, disincentivando l’adesione ai bandi e compromettendo la continuità delle attività di controllo.
La proposta di una revisione normativa che preveda contratti a tempo indeterminato per il personale ispettivo si configura come una misura strategica per garantire la stabilità del corpo ispettivo e incentivare l’accesso a professioni specializzate.
In un contesto socio-economico in continua evoluzione, caratterizzato da nuove tecnologie e forme di lavoro flessibile, la prevenzione dei rischi professionali assume un’importanza ancora maggiore.
È necessario un approccio innovativo, che integri la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e l’analisi predittiva per individuare precocemente i potenziali pericoli e implementare misure di mitigazione efficaci.
Solo attraverso un impegno condiviso e una visione strategica a lungo termine sarà possibile costruire un futuro del lavoro sicuro, sano e sostenibile per tutti.









