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Piemonte

Alessandria: Mobilitazione tra Lavoro, Gaza e Diritti Umani

La mobilitazione a Alessandria si è articolata in due distinti, ma convergenti, momenti di protesta, entrambi animati da un profondo senso di urgenza e dalla volontà di esprimere dissenso verso politiche percepite come ingiuste e dannose.

Davanti alla Prefettura, un presidio organizzato dalla CGIL ha focalizzato l’attenzione sulle problematiche locali, probabilmente legate a questioni di lavoro, servizi sociali o diritti dei lavoratori, sollecitando un intervento concreto da parte delle autorità.

Parallelamente, un corteo, sostenuto da un ampio e variegato fronte civico – comprendente Laboratorio Sociale, Casa di Quartiere, Emergency, Casa delle Donne, Coordinamento Studentesco e ADL Cobas – ha preso vita in Piazza Santo Stefano, snodandosi attraverso il centro cittadino fino a Piazza della Libertà.

Questa seconda iniziativa ha manifestato un supporto esplicito alla Global Sumud Flottilla, un’azione di solidarietà umanitaria che mira a rompere il blocco navale imposto alla Striscia di Gaza, simbolo di una crisi umanitaria complessa e di una profonda ingiustizia globale.
La partecipazione di realtà così diverse, dai laboratori sociali alle associazioni di volontariato, dai gruppi studenteschi alle organizzazioni sindacali, suggerisce una convergenza di valori e obiettivi.

Oltre alla specifica questione del blocco di Gaza, il corteo sembra rappresentare una più ampia denuncia delle disuguaglianze, delle violazioni dei diritti umani e delle politiche che alimentano conflitti e sofferenza.

La scelta di Emergency, ad esempio, sottolinea un impegno concreto verso l’assistenza medica e l’aiuto umanitario in contesti di guerra e povertà.

La presenza di Casa delle Donne evidenzia, inoltre, una prospettiva di genere nella lotta per la giustizia e l’equità.
Il contrasto formale tra il presidio CGIL e il corteo civico non deve oscurare la loro comune radice di dissenso e la condivisione di un’etica improntata alla solidarietà e alla difesa dei diritti fondamentali.
Entrambe le iniziative, pur con modalità e obiettivi specifici, hanno contribuito a sollevare un segnale forte e chiaro: la necessità di un cambiamento radicale nelle politiche nazionali e internazionali, orientate verso la giustizia sociale, la pace e il rispetto della dignità umana.

La mobilitazione, quindi, non si configura solo come una protesta, ma come un’espressione di cittadinanza attiva e di impegno civile, volto a promuovere un futuro più equo e sostenibile.

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