Il nuovo Piano Socio-Sanitario regionale, prospettato per il periodo 2025-2030 e presentato in aula dall’Assessore Riboldi, genera un ampio dissenso tra le forze di opposizione, pur stimolando un fronte comune volto a un’analisi costruttiva e a potenziali revisioni attraverso emendamenti mirati.
Daniele Valle, vicepresidente della Commissione Sanità del Pd, ha evidenziato come gli emendamenti proposti dalla stessa Giunta Regionale rivelino lacune intrinseche nel documento originale, insufficiente a luglio per un’approvazione formale.
Il triennio di lavoro, caratterizzato da consultazioni approfondite con stakeholder del territorio e rappresentanti della società civile, ha permesso una fruizione critica del piano, che ora sarà oggetto di valutazione in merito all’accoglienza delle proposte avanzate.
Una critica centrale, condivisa da Gianna Pentenero (Pd), verte sull’assenza di una chiara definizione delle risorse finanziarie destinate alla realizzazione degli obiettivi programmatici delineati.
Sarah Disabato, capogruppo del M5s, critica l’approccio “alla giornata” adottato dalla Giunta Cirio, sottolineando come problematiche strutturali, come il controllo sull’intramoenia e la sicurezza nei luoghi di lavoro, rimangano irrisolte.
Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa per il Piemonte) aggiunge una critica metodologica, lamentando l’omissione di indicatori di performance essenziali per misurare l’effettiva attuazione del piano nel tempo.
Pur riconoscendo l’introduzione di temi emergenti come la sanità transfrontaliera e l’attenzione alle persone senza fissa dimora, e l’ampliamento degli screening neonatali, l’opposizione mantiene un atteggiamento di profondo scetticismo.
Alice Ravinale (capogruppo Avs) ha focalizzato l’attenzione sulle disomogeneità nell’approccio alle diverse aree di intervento.
Sebbene si rilevi un progresso nel campo della salute mentale, l’autosufficienza resta un ambito carente di risposte concrete.
Il piano, pur riconoscendo l’importanza dei caregiver, non offre soluzioni operative in merito.
La necessità di rafforzare la medicina territoriale, superare la cronica carenza di professionisti per le case di comunità e affrontare temi complessi come la medicina penitenziaria, di genere, le dipendenze e il fenomeno del “lavoro povero” restano priorità imprescindibili.
In seno alla Commissione Sanità, sono stati approvati due emendamenti presentati dal gruppo Fdi, che sottolineano il ruolo strategico delle scuole e delle associazioni di volontariato nelle campagne di sensibilizzazione sulla donazione, elementi chiave per coinvolgere giovani, famiglie e comunità.
Il dialogo con la società civile, cruciale per il successo del piano, è stato ulteriormente arricchito dall’audizione della garante degli anziani di Alessandria, Paola Ferrari, che ha sollecitato una sanità più umana, attenta alle fragilità, al ruolo dei caregiver e all’assistenza domiciliare integrata, elementi spesso trascurati nelle politiche sanitarie.
Il dibattito aperto evidenzia la necessità di un ripensamento profondo e di un’integrazione più ampia delle istanze provenienti dal territorio, al fine di garantire un piano socio-sanitario realmente efficace e rispondente ai bisogni della popolazione piemontese.







