Il silenzio assordante che avvolge le aule scolastiche italiane, negando lo spazio per una discussione seria e informata sulla situazione palestinese, è diventato insopportabile.
La recente ondata di mobilitazioni che ha attraversato il paese, culminata oggi con un nuovo corteo ad Alessandria, riflette una crescente indignazione e un rifiuto di rimanere complici di una tragedia umanitaria che si consuma sotto i nostri occhi.
Non si tratta semplicemente di esprimere solidarietà; è un atto di responsabilità civica, un tentativo di smuovere le coscienze e di contestare un sistema che, attraverso l’omertà e la censura, perpetua l’ingiustizia.
La punizione e la marginalizzazione di chi osa menzionare Gaza, di chi tenta di offrire una narrazione alternativa a quella dominante, rivelano una profonda fragilità del nostro sistema educativo e una sua pericolosa acquiescenza a dinamiche geopolitiche complesse e dolorose.
Il Coordinamento studentesco, stimando la partecipazione a 500 persone al corteo, denuncia non solo la complicità istituzionale, ma anche la responsabilità morale di chi, come gli studenti, ha il dovere di interrogare il presente e di immaginare un futuro più giusto.
Questo distacco, questa volontà di opporsi al sostegno governativo a Netanyahu, non è un atto di sottomissione a ideologie esterne, ma un’affermazione della propria coscienza e un impegno verso i valori di equità e dignità umana.
La solidarietà si estende a coloro che, ieri, oggi e domani, si fanno voce per i popoli palestinesi, a coloro che, in mare, rischiano la propria incolumità per portare aiuti umanitari, a coloro che soffrono la fame e la devastazione sotto i bombardamenti.
È una presa di posizione netta, un allineamento con la “parte giusta della storia,” come sottolinea il comunicato.
La presenza di una delegazione della CGIL, guidata dal segretario provinciale Franco Armosino, evidenzia una convergenza tra istanze studentesche e sindacali, un segnale di speranza per un futuro in cui la giustizia sociale e la responsabilità globale siano valori guida.
La prospettiva di un possibile attacco o sequestro della Flotilla umanitaria intensifica l’allerta e prepara il terreno per un’ulteriore escalation di mobilitazione.
Il Coordinamento studentesco ribadisce la propria prontezza ad agire, a interrompere le normali attività scolastiche e universitarie, a fianco di chi condivide la stessa determinazione a non rimanere silenzioso di fronte all’ingiustizia.
La prossima assemblea, programmata per venerdì 3 ottobre al Laboratorio Sociale, rappresenta un momento cruciale per rafforzare la coesione e definire le prossime azioni.
La battaglia per la giustizia palestinese non è solo una questione internazionale; è un imperativo morale che interpella la coscienza di ogni individuo e che richiede un impegno costante e determinato.