Ad Asti, un corteo di circa cento persone ha espresso con forza la richiesta di un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
L’azione, promossa dalla Camera del Lavoro di Asti – CGIL, si è concretizzata in uno sciopero di quattro ore nel corso della mattinata, culminato in un significativo presidio di fronte alla Prefettura, un gesto simbolico volto a sollecitare l’attenzione delle istituzioni.
Il segretario provinciale, Luca Quagliotti, ha aperto il sit-in con un intervento che ha affrontato le implicazioni etiche ed economiche del conflitto.
“Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a una spirale di violenza che alimenta una tragedia umanitaria di proporzioni inimmaginabili”, ha dichiarato, denunciando con veemenza l’incessante flusso di armamenti verso la regione.
L’attenzione si è poi spostata sulle possibili ripercussioni a livello locale, evidenziando la preoccupazione che imprese astigiane, già in difficoltà, possano essere tentate di riconvertire la propria produzione verso settori legati all’industria bellica, un fenomeno che Quagliotti ha definito “inaccettabile” e che necessita di un controllo rigoroso.
L’accusa di genocidio, pronunciata con chiarezza e determinazione, ha rappresentato uno dei punti centrali dell’intervento.
Riferendosi alle recenti sentenze della Corte Penale Internazionale, Quagliotti ha affermato che la definizione di “genocidio” non è una questione di opinione, ma una constatazione supportata da prove documentali che testimoniano la gravità delle azioni perpetrate.
Questo inquadramento giuridico ha rafforzato la richiesta di una responsabilizzazione internazionale e di un’azione urgente per proteggere la popolazione civile palestinese.
Il presidio ha inoltre rappresentato un momento di riflessione più ampia sui meccanismi che alimentano i conflitti armati a livello globale, sottolineando l’importanza di promuovere alternative pacifiche e di investire in diplomazia e cooperazione internazionale.
La CGIL di Asti ha rinnovato il proprio impegno a sostenere le organizzazioni umanitarie che operano nella Striscia di Gaza e a promuovere campagne di sensibilizzazione per informare l’opinione pubblica sulla situazione critica che si sta verificando.
L’azione di Asti si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazioni che vedono coinvolte numerose città italiane, a testimonianza della crescente preoccupazione della società civile di fronte alla persistenza della violenza e alla necessità di un cambiamento radicale nelle politiche internazionali.