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sabato 15 Novembre 2025

Crisi Occupazionale in Piemonte: Allarme +38% e Rischio di Svolta Negativa

Il Piemonte affronta una crisi occupazionale dirompente, con un aumento vertiginoso delle richieste di ammortizzatori sociali che nel 2025 segnala un punto di svolta negativo per l’economia regionale.

I dati ufficiali, elaborati dal Servizio lavoro, coesione e territorio della Uil nazionale, rilevano un incremento del 37,8% rispetto ai primi nove mesi del 2024, traducendosi in un totale di 46.172.778 ore richieste di cassa integrazione, cifra che si estende ulteriormente al +38,9% se si considerano anche altre forme di sostegno al reddito.

Questo dato si discosta significativamente dalla media nazionale, ferma all’18,6%, evidenziando una situazione di particolare fragilità per il Piemonte.

Il territorio di Torino emerge come epicentro della crisi, detenendo il primato italiano per numero di ore richieste di cassa integrazione, superando i 30 milioni e surclassando province come Potenza e Roma.
Tuttavia, la difficoltà non si concentra solo nel capoluogo: anche le province limitrofe e quelle interne sono coinvolte in modo significativo, con alcuni casi di veri e propri picchi di sofferenza.
Verbania, Asti e Cuneo registrano aumenti percentuali superiori al 120%, mentre Vercelli e Alessandria superano il 40%, a testimonianza di una crisi diffusa e omogenea nel territorio regionale.
Anche se Novara e Biella mostrano segnali contrastanti con lievi diminuzioni, la tendenza generale è inequivocabilmente negativa.
Questo scenario allarmante non è un fenomeno isolato, ma riflette le profonde trasformazioni e le complesse sfide che investono l’economia globale e, in particolare, il tessuto produttivo piemontese.
La mancata ripresa del commercio internazionale, le politiche protezionistiche e i dazi imposti da diverse nazioni, l’instabilità geopolitica che genera incertezza e l’andamento incerto dell’economia tedesca – tradizionale motore delle esportazioni piemontesi – sono tutti fattori che contribuiscono a questa situazione critica.
La stagnazione dei consumi interni, aggravata dalla perdita di potere d’acquisto delle famiglie, lavoratori e pensionati, completa il quadro di una domanda interna debole e insufficiente a sostenere la produzione.
Il settore automotive, cardine dell’economia piemontese, si trova al centro di questa tempesta, ma l’impatto si estende a tutta la filiera della componentistica e a numerosi altri comparti industriali.
Le transizioni ecologiche e tecnologiche in atto, sebbene necessarie per la sostenibilità futura, richiedono ingenti investimenti e comportano inevitabilmente ristrutturazioni e riposizionamenti che, nel breve termine, generano instabilità occupazionale.
Il segretario generale Uil Piemonte, Gianni Cortese, sottolinea la necessità di politiche attive del lavoro, di incentivi per le imprese che investono in innovazione e di un sostegno concreto ai lavoratori per favorire la riqualificazione professionale e l’adattamento alle nuove competenze richieste dal mercato.
La sfida è complessa e richiede un impegno collettivo per evitare che la crisi occupazionale si cronicizzi e comprometta il futuro economico e sociale del Piemonte.

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