L’avanzamento dei lavori per il nuovo viadotto sull’autostrada Asti-Cuneo rappresenta una tappa cruciale per l’infrastruttura, con un impatto significativo sulla mobilità e lo sviluppo del territorio.
La notte tra il 10 e l’11 novembre ha visto la posa in opera del secondo impalcato metallico in corrispondenza di Verduno, in direzione Cuneo, un’operazione tecnicamente complessa che testimonia l’ingegneria contemporanea.
L’impalcato, una struttura preassemblata con una luce di 50,10 metri e un peso di circa 220 tonnellate, è stato sollevato e posizionato con precisione grazie all’utilizzo di una gru a torre di eccezionali capacità (800 tonnellate).
La manovra, eseguita con estrema cautela e controllata in ogni sua fase, ha richiesto una pianificazione meticolosa e un coordinamento perfetto tra le diverse squadre di lavoro.
Il posizionamento, caratterizzato da una delicata rotazione in quota, ha richiesto un’accurata valutazione delle condizioni ambientali e delle interferenze con le infrastrutture circostanti.
Oltre alla posa dell’impalcato, il cantiere ha visto il completamento di un chilometro di nuova tratta stradale, in continuità con il lotto II.
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Questa sezione, ora dotata di pavimentazione moderna, barriere di sicurezza conformi alle normative più recenti e barriere acustiche per mitigare l’impatto sonoro, contribuisce a migliorare la fluidità del traffico e a garantire un maggiore comfort per gli utenti dell’autostrada.
L’attenzione alla sostenibilità ambientale, testimoniata dalla presenza delle barriere acustiche, riflette un impegno verso la riduzione dell’inquinamento e la tutela del paesaggio.
Un aspetto particolarmente interessante e significativo è stato lo svolgimento di indagini archeologiche preventive in prossimità del Ponte Tanaro 4, concluse il 7 ottobre.
Questi scavi hanno restituito un patrimonio storico-culturale inestimabile, portando alla luce tracce di un insediamento umano risalente alla tarda Età del Bronzo e alla prima Età del Ferro, un periodo cruciale per la formazione delle civiltà alpine.
La scoperta di una necropoli romana, databile al I secolo d.
C.
, offre ulteriori spunti di ricerca per comprendere l’evoluzione demografica e culturale dell’area.
La combinazione di queste scoperte archeologiche e della costruzione di un’opera infrastrutturale moderna sottolinea l’importanza di conciliare lo sviluppo economico con la valorizzazione del patrimonio storico e culturale del territorio, evidenziando un approccio integrato che rispetta le radici del passato e proietta lo sguardo verso il futuro.
La corretta gestione e catalogazione dei reperti, inoltre, permetterà di arricchire il patrimonio museale locale e di promuovere il turismo culturale.







